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Cristina schiacciata da un pino a Napoli, confermata condanna ad agronoma del Comune

La Corte di Appello di Napoli ha confermato la condanna in primo grado a un anno e 4 mesi per l’agronoma del Comune di Napoli Cinzia Piccioni Ingrato, ritenuta responsabile della mancata messa in sicurezza del pieno che, crollando, uccise la 44enne Cristina Alongi. I fatti risalgono al giugno 2013, l’albero era stato controllato di recente dai vigili del fuoco e dal Comune di Napoli.
A cura di Nico Falco
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La Corte di Appello di Napoli (Seconda Sezione) ha confermato la condanna in primo grado a un anno e 4 mesi all'agronoma del Comune di Napoli Cinzia Piccioni Ingrato per la morte di Cristina Alongi, la 44enne travolta da un pino nel 2013 a Napoli: la funzionaria è ritenuta responsabile della mancata messa in sicurezza dell'albero, già oggetto di una segnalazione da parte di un commerciante e pochi mesi prima controllato proprio dal Comune. La donna era stata già condannata in secondo grado dalla Prima Sezione della Corte di Appello di Napoli il 5 luglio 2018, ma tramite i legali aveva presentato ricorso in Cassazione; il 5 giugno 2019 la sentenza era stata annullata e rinviata alla Seconda Sezione, che il 3 febbraio ha confermato la condanna a un anno e 4 mesi con pena sospesa.

La tragedia risale al 10 giugno 2013. Cristina Alongi era a bordo della sua auto in via Aniello Falcone quando la vettura fu travolta da un pino; nonostante i tempestivi soccorsi non ci fu nulla da fare. Per quella vicenda erano finiti a processo tre indagati. L'agronoma era stata l'unica a incassare una condanna in primo grado, mentre gli altri due imputati, un agente della Polizia Municipale e un vigile del fuoco, erano stati assolti. In secondo grado, nel luglio 2018, il vigile del fuoco era stato condannato dalla Prima Sezione della Corte di Appello a un anno e sei mesi di reclusione.

Secondo i giudici quella di Cristina Alongi era una tragedia evitabile. Tre settimane prima, infatti, nel maggio 2013, il titolare di un bar si era accorto delle condizioni dell'albero e, temendo proprio che crollasse da un momento all'altro, aveva avvisato i vigili del fuoco. Qualche mese prima c'era stato un controllo da parte dell'ufficio comunale, ma non erano state rivelate criticità. Nel processo il marito e la figlia della 44enne sono stati assistiti dagli avvocati Andrea Imparato e Adriano Baffi, i fratelli dal penalista Maurizio Sica.

Cristina Alongi
Cristina Alongi
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