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Covid 19

La rabbia dei medici rianimatori dopo le parole di De Luca: “Lavoriamo senza sosta con gravi carenze negli ospedali Covid”

Le parole di Vincenzo De Luca sulla ricettività delle terapie intensive in Campania (“Abbiamo una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il suo dovere”) scatenano la collera dei medici rianimatori-anestesisti. Che scrivono una lunga lettera al governatore denunciando le enormi carenze del sistema sanitario regionale: non hanno copricalzari, non hanno sistemi di monitoraggio avanzato, né radiologo di guardia e lavorano in 50 in spazi angusti con infermieri senza esperienza in area critica.
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Due medici, esausti, dormono sul lettino di un reparto Covid
Due medici, esausti, dormono sul lettino di un reparto Covid
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Durante la sua diretta video del venerdì Vincenzo De Luca, in un passaggio, ha avuto da dire sul sistema di ricettività di alcuni ospedali della Campania la notte, in particolare sulle terapie intensive Covid. A onor del vero,  il presidente della Regione Campania ha ringraziato a più riprese gli operatori sanitari per il lavoro che stanno svolgendo. Ma dopo le sue frasi, come al solito condite di aggettivi "a schiòvere" («buontemponi», «farabutti») ha fatto arrabbiare e offendere il piccolo mondo dei medici anestesisti-rianimatori, specialisti oggi rari come il tartufo d'Alba e contesi come un Picasso del periodo blu all'asta. Cosa ha sostenuto De Luca? Semplicemente: che la notte alcune terapie intensive avrebbero rifiutato malati. Motivo? Per non lavorare. «Abbiamo una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il suo dovere» ha detto.

E così, alcuni di questi medici – per intendersi sono quelli che ballano sul filo della vita e della morte ogni giorno  e sono spesso i primi ad essere indagati quando le cose non funzionano come dovrebbero in un ospedale, sottoposti ad uno stress tipico delle guerre al fronte – hanno preso carta e penna e scritto al governatore salernitano.

A corredo della lettera, una foto che vale mille parole: due specialisti che dormono appoggiati, quasi in bilico, su un lettino, probabilmente dopo aver fatto ben oltre l'orario di lavoro.

La lettera aperta dei rianimatori dell'Ospedale del Mare di Ponticelli al presidente Vincenzo De Luca racconta del sacrificio e dello stress cui sono sottoposti gli operatori. E al tempo stesso delle carenze, fortissime, del sistema sanitario regionale, in primis dei famosi Covid center, gli ospedali modulari voluti da De Luca e dimostratisi insufficienti, sbagliati e costosi.

Caro Presidente, noi Rianimatori dell’ Ospedale del Mare, alla luce delle dichiarazioni rese nella Sua diretta Facebook del 27/11 “ Ci è capitato di verificare qualche volta che avevamo nella cabina di regia Regionale la segnalazione di posti liberi in Terapia Intensiva, poi ci chiamavano dal 118 e ci dicevano che avevano chiamato nell’Ospedale X e ci hanno riferito di non avere nessun posto letto libero in Terapia Intensiva. Questa situazione è capitata più volte in orario serale. La sensazione che abbiamo avuto è che c’è qualche buontempone che quando arriva la richiesta di Terapia intensiva alle 8 di sera dice che non ci sono posti liberi, altrimenti deve fare la nottata” desideriamo metterla a conoscenza, anche con documentazione fotografica della incresciosa situazione venutasi a creare il 26 Novembre mattina alle ore 07:30.

Una Rianimatrice “Buontempona” accanto alla sua collega infermiera occupavano impropriamente un posto letto di Terapia Intensiva nel magnifico Covid Center che Lei e l’Unità di Crisi Regionale avete precipitosamente partorito.
La nostra collega non aveva affatto voglia di “fare la nottata” all’inizio del suo turno, tuttavia si è intestardita, insieme ai colleghi e al resto del personale, nel corso di tutta la notte nel voler salvare a tutti costi la giovane vita di un suo paziente che proprio quella notte il Covid aveva deciso di portarsi via, pronandolo e supinandolo 4 volte nell’arco di 3 ore, modificandone innumerevoli volte i parametri ventilatori e adattando la terapia minuto per minuto.

Per essere sicura di portare a termine l’impresa, ha deciso, una volta che il quadro clinico era in via di stabilizzazione, di attendere lo smonto mattutino del collega in Degenza, proprio al fianco del suo paziente, e senza mai perdere di vista gli altri 6.
Quel posto letto nel frattempo era già stato reso disponibile per un paziente, che altri “buontemponi” nel pronto soccorso a un centinaio di metri stavano cercando di stabilizzare e rendere trasportabile.

Ironia a parte, caro Presidente, noi Anestesisti Rianimatori non possiamo permettere che un uomo delle istituzioni lasci intendere che vi sia qualcuno che non fa il proprio dovere: non si può lasciar intendere, si deve eventualmente punire altrimenti si diventa complici! Tutte le telefonate della Centrale Operativa Regionale sono registrate, quindi il compito di controllo è estremamente semplice!

Noi non possiamo permettere che le istituzioni gettino discredito su una categoria creando sfiducia nel rapporto medico-paziente-parenti, soprattutto in questi giorni in cui le comunicazioni avvengono a distanza, e circolano tante “fake news” sul nostro operato anche sostenute da politici e pseudo-scienziati.
Da mesi oramai che segnaliamo, anche per via ufficiale, tutte le carenze strutturali, organizzative, e di risorse umane.
Noi abbiamo utilizzato sempre i canali istituzionali, non ci siamo affidati alla stampa o ad una diretta Facebook. Lei invece ama i tafferugli mediatici.
Dal momento che le nostre denunce non hanno ottenuto riscontro, vorremmo cogliere l’occasione per chiederlo direttamente a Lei:

Lo sa che da circa una settimana i nostri copricalzari sono stati sostituiti da sacchetti della spazzatura? Lo sa che non abbiamo sistemi di monitoraggio avanzato?

È consapevole del fatto che nel nostro Covid center non esiste un radiologo di guardia, bensì è il radiologo di turno in ospedale che deve allontanarsi per venire ad eseguire gli esami necessari?

È consapevole che negli angusti moduli che Voi avete acquistato non possono lavorare in sicurezza circa 50 persone per turno senza creare pericolosi assembramenti?
Lo sa che molti degli infermieri assegnati alle nostre Terapie intensive Covid non ha alcuna esperienza in area critica?
Crede veramente che ognuno di quei 6 moduli possa contenere 16 pazienti, come comunicato al Ministero della Salute, quando a stento ne riesce a contenere la metà?
Potremmo continuare a fare la lista delle VOSTRE macroscopiche mancanze, fino alla fine di questa pandemia, ma preferiamo tornare a lavoro.
Sceriffo, per cortesia, per una volta riponga la pistola nella fondina, e metta giù il cappello di fronte a chi sta facendo sacrifici enormi per non fare affondare la barca!

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