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Corruzione a Salerno: ex generale indagato era in una informativa sulla P4

Nell’inchiesta della Procura di Napoli per corruzione a Salerno compare anche un ex generale della Guardia di Finanza il cui nome era in una informativa prodotta anni fa nelle indagini sulla cosiddetta Loggia P4. I reati ipotizzati sono di rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze.
A cura di Nico Falco
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Tra gli indagati dell'inchiesta per corruzione a Salerno condotta dalla Procura di Napoli figura anche un ex generale della Guardia di Finanza il cui nome, anni fa, era stato inserito in una informativa prodotta nell'ambito delle indagini sul faccendiere Luigi Bisignani, coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta Loggia P4. I reati ipotizzato sono rivelazione di segreto d'ufficio, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze, continuati e in concorso. Oltre all'ex alto ufficiale, tra gli indagati figurano un pm di Salerno che si occupa di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione, una avvocatessa a lui legata sentimentalmente, alcuni noti imprenditori e faccendieri. Secondo gli inquirenti il magistrato inquirente avrebbe informato gli imprenditori di alcuni procedimenti penali per abusi edilizi di cui era titolare.

Ieri sono scattate le perquisizioni, tra Napoli, Salerno e Roma, sia nelle abitazioni sia negli uffici di 6 degli indagati; le indagini sono delegate ai carabinieri. Dagli accertamenti è emerso che l'ex generale, insieme ad un collega di pari grado (anche lui in quiescenza), ha assunto il ruolo di rappresentante legale di un consorzio colpito a Napoli da interdittive antimafia riguardanti alcune società del gruppo; gli incarichi erano stati conferiti dopo che il consorzio si era trasferito a Salerno.

Gli incontri, hanno accertato i militari, si erano svolti negli uffici della Procura di Salerno tra il 5 e l'8 gennaio scorsi. Il 5 gennaio c'era stata una riunione tra quattro degli indagati (il pm, l'avvocato, un imprenditore e un imprenditore/faccendiere) nella quale,  secondo le accuse, emerge la volontà del pm di indagare su un altro imprenditore. Quest'ultimo viene successivamente informato da due colleghi dell'indagine imminente, e gli viene proposta, come soluzione per quegli accertamenti, l'attribuzione degli incarichi professionali all'avvocato legato al magistrato. Seguono altri incontri, tra cui quello dell'8 gennaio, che viene ritenuto risolutore. Qualche tempo dopo il legale avvia una prestazione professionale col gruppo dell'imprenditore nei confronti del quale il pm aveva annunciato accertamenti.

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