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Coronavirus e mascherine: ci siamo scordati quello che è successo fino a pochi mesi fa

In Campania non siamo affatto speciali: anche qui il Coronavirus ha seminato malattie e morte. Ci sono quasi 500 persone che potrebbero confermarlo, se solo potessero ancora parlare. Dobbiamo smettere di far finta di nulla: il problema c’è e resta, anche se è estate e se c’è voglia di lasciarsi le cose brutte alle spalle. Come direbbe don Gennaro Jovine in ‘Napoli Milionaria’: “La guerra non è finita”.
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Centro di Napoli, luglio 2020, foto Carmine Benincasa
Centro di Napoli, luglio 2020, foto Carmine Benincasa
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Ce lo possiamo dire consapevolmente, senza indignarci e fare gli ipocriti? È bastato riaprire i locali, attendere qualche settimana di legittimo ‘reciproco sospetto' ma ora ci siamo lasciati tutto alle spalle. Il lockdown, la paura del Coronavirus, ormai è diventato una specie di blando argomento di discussione, più appassionante del calcio, meno complicato della critica ad una serie televisiva o ad un film recente.

Abbiamo dimenticato la paura, la frustrazione e la tristezza per quanto accaduto non dieci anni fa, ma 5 mesi fa, dal marzo scorso in poi. I congiunti, le ordinanze, i dpcm, le autocertificazioni. L'amuchina, il lievito e le ffp3 introvabili, i bollettini della Protezione civile in diretta alle 18.30.

Qui ci si sente un po' come l'Eduardo De Filippo/ don Gennaro Jovine di Napoli Milionaria quando, reduce di guerra, torna dopo aver visto orrore su orrore, ne vuole parlare ma tutti gli dicono che è finita la guerra e non bisogna pensarci più. «La guerra non è finita» ammonisce don Gennaro ma tutti lo ignorano, quasi, lo prendono per pazzo, per menagramo.

La guerra d'oggi non è più sorprendente: sappiamo cosa ci troviamo davanti, cosa è il virus e cosa fa al corpo umano. Sappiamo anche che per ridurre l'esposizione al contagio dobbiamo indossare la mascherina, evitare i luoghi troppo affollati o comunque proteggerci adeguatamente.

A Napoli, in Costiera Amalfitana, sulle Isole del golfo, in Cilento, in tutta la Campania abbiamo rapidamente dimenticato la parte peggiore di quest'inizio 2020 e ci affidiamo chissà, all'idea che forse il Coronavirus qui non attacca perché siamo speciali. Ci sono quasi 500 morti che potrebbero dire il contrario, se solo potessero parlare.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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