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Compra casa all’asta, pestato a sangue per fargli ritirare l’offerta: 3 misure cautelari nel Casertano

Gli acquirenti di una casa all’asta a Casaluce (Caserta) minacciati affinché ritirassero l’offerta, uno picchiato a sangue; misura cautelare per 3 persone.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Avrebbero individuato i potenziali compratori di una casa di Casaluce (Caserta) finita all'asta e avrebbero fatto in modo che ritirassero le offerte, proponendo compensi o arrivando a pedinarli e a minacciarli. Scenario ricostruito dai carabinieri, che ha portato alla misura cautelare per tre persone, due delle quali legate da vincoli di parentela con l'ormai ex proprietario dell'abitazione: ai domiciliari un 49enne di Caserta, mentre per un 46enne di Aversa e un 52enne di Casaluce è scattato il divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta con la prescrizione di non accedere senza l'autorizzazione del giudice; i tre sono gravemente indiziati, a vario titolo, di estorsione e turbata libertà degli incanti. Restano da identificare altre due persone, presumibilmente legate alla stessa vicenda, che hanno pestato a sangue uno dei possibili compratori.

Compra casa all'asta, pestato a sangue per far ritirare l'offerta

Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Aversa, su richiesta della Procura di Napoli Nord. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Giugliano, erano partite in seguito alla denuncia sporta nella cittadina del Napoletano da un uomo di Casaluce, che nello scorso agosto aveva ottenuto l'aggiudicazione provvisoria dell'appartamento messo all'asta. Ai militari aveva raccontato di essere stato a più riprese da uno degli indagati, che si era qualificato come proprietario dell'abitazione, e di essere stato minacciato e intimorito da lui e dagli altri due affinché ritirasse l'offerta.

L'uomo aveva subito anche una brutale aggressione, i cui responsabili non sono però ancora stati individuati: due persone lo avevano fatto uscire di casa con una scusa e lo avevano picchiato a sangue, causandogli gravi lesioni personali con prognosi di 30 giorni. Dopo quel raid aveva rinunciato all'aggiudicazione, perdendo anche la caparra che aveva già versato per l'asta.

La casa finisce all'asta, acquirenti minacciati

Secondo le indagini dei carabinieri i tre indagati avrebbero minacciato anche altri potenziali acquirenti che si erano mostrati interessati all'acquisto dei due lotti finiti all'asta, in alcuni casi proponendo anche degli accordi, come il ripagare la caparra che sarebbe andata persa, ma senza farsi scrupolo di ricorrere a minacce e a gravi intimidazioni in caso di rifiuto. I militari hanno inoltre appurato che uno degli indagati e la moglie erano riusciti a farsi assegnare il reddito di cittadinanza con attestazioni false sui redditi e sulla residenza familiare ed avevano percepito complessivamente circa 23mila euro, per i quali è stato disposto il sequestro.

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