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Immigrati irregolari dalla Croazia da sfruttare nelle fabbriche cinesi: l’affare (fallito) del clan Sarno

Le Fiamme Gialle hanno ricostruito il tentativo di Antonio Sarno, figlio di Ciro ‘o Sindaco, di far arrivare a Prato dei cittadini pakistani da sfruttare nelle fabbriche cinesi.
A cura di Nico Falco
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Laboratorio tessile (Photo by Costfoto/NurPhoto via Getty Images)
Laboratorio tessile (Photo by Costfoto/NurPhoto via Getty Images)

Il clan Sarno aveva tentato anche di far arrivare una cinquantina di extracomunitari a Prato, su commissione di alcuni imprenditori cinesi che li avrebbero sfruttati come lavoratori irregolari nelle loro fabbriche. Emerge anche questo dall'ordinanza eseguita il 20 maggio dalla Guardia di Finanza ed arrivata al termine delle indagini svolte dalle Fiamme Gialle, coordinate dalla Dda di Firenze. Le indagini hanno svelato che il gruppo di camorra originario di Ponticelli si stava riorganizzando in Toscana e che ai vertici c'erano, ancora una volta, i fratelli Sarno, tra cui Ciro ‘o Sindaco, collaboratore di giustizia dal 2009.

Gli stranieri da far sfruttare nelle fabbriche

La vicenda risale al luglio 2022, quando le microspie intercettano una conversazione tra due indagati che riguarda una proposta: andare a prendere alcune persone in Ucraina e portarle a Prato, per un compenso tra i 1.500 e i 3mila euro. Arriva poco dopo un altro indagato che spiega i dettagli: si tratta di cittadini pakistani, che sarebbero arrivati a piedi in Croazia e, attraverso la Slovenia, sarebbero dovuti arrivare a Trieste. Lì un cittadino cinese li avrebbe fatti scendere dal furgone e avrebbe pagato l'autista.

I soldi sono tanti: per trenta persone trasportate sarebbero stati pagati 30mila euro, di questi sarebbero andati 8mila all'autista. Dalla conversazione emerge che i committenti del viaggio erano persone di nazionalità cinese, che avevano intenzione di sfruttare gli stranieri irregolari come manodopera a basso costo nelle ditte tessili del posto.

Il trasporto fallito dalla Croazia

Il figlio di Ciro Sarno, Antonio, ricostruiscono gli inquirenti, si mostra disponibile e chiede cosa debbano procurare a chi si occuperà materialmente del trasporto. Da quel momento partono diversi tentativi per recuperare un furgone adatto, che deve essere capiente ma non riconoscibile facilmente e non deve essere del modello coi sedili in quanto dovrà trasportare persone prive di documenti e che dovranno quindi viaggiare di nascosto.

Sono diversi i veicoli trovati, ma nessuno di questi si rivela adatto. Uno, in particolare, viene scartato perché ha una scritta sulle fiancate che lo avrebbero reso riconoscibile. Alla fine uno degli indagati opta per una Renault Captur e va in Croazia, dove viene però fermato dalla polizia locale prima che possa prelevare gli immigrati irregolari. A quel punto l'operazione salta, probabilmente perché l'uomo si rende conto che i controlli sono troppo stringenti.

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