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La camorra arriva pure nello spazio: le mani dei Casalesi sugli appalti al centro aerospaziale Cira di Capua

Appalti truccati e inquinati attraverso la corruzione di funzionari e l’intervento di imprenditori legati a doppio filo al clan dei Casalesi, la cui longa manus arriva anche al Centro Aerospaziale di Capua (Caserta).
A cura di Redazione Napoli
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Stavolta è davvero il caso di dirlo: la camorra arriverebbe ovunque, anche nello spazio. Ovunque vi siano sovvenzioni di Stato, finanziamenti pubblici, appalti da inquinare e management da infiltrare, le organizzazioni malavitose più radicate si attrezzano e – come i parassiti – aggrediscono e traggono risorse che andrebbero usate per altro. È accaduto, lo dice una inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia, anche in alcuni appalti indetti dal Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali (Cira) di Capua, in provincia di Caserta. Cos'è il Cira? Presto detto: è organismo di ricerca a partenariato pubblico-privato, operante in ambito aeronautico e spaziale, polo d'eccellenza nel settore.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Aversa (Caserta) hanno notificato 11 misure cautelari (due arresti in carcere, tre arresti domiciliari, tre obblighi di dimora e tre interdizioni dall'esercizio dell'attività d'impresa) per  appalti ‘truccati' del Cira grazie alla corruzione di alcuni suoi funzionari nel mirino dei pm napoletani, negli anni 2020 e 2021. Di mezzo ci sono anche persone legate al clan dei Casalesi.

I reati contestati dalla DDA di Napoli sono, a vario titolo, corruzione e turbata libertà degli incanti, aggravati dalla finalità di agevolare il clan dei casalesi. Tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli figurano funzionari del Cira ma c'è anche il noto imprenditore Sergio Orsi, 65 anni, già coinvolto in altre indagini. Orsi, scarcerato nel settembre 2020, è fratello di Michele, ucciso in un agguato nel 2008 a Casal di Principe dal gruppo di fuoco dei Casalesi guidato dall'allora latitante Giuseppe Setola.

Il CIRA di Capua
Il CIRA di Capua

Tornando a questa inchiesta di oggi, fra gli arrestati anche il figlio di Sergio Orsi, Adolfo, 40 anni e Fabio Oreste Luongo, 44 anni, ritenuto dal GIP «gravemente indiziato di partecipazione al clan dei Casalesi, con il ruolo di imprenditore colluso col sodalizio camorristico». Il gip Isabella Iaselli del Tribunale di Napoli, su richiesta della DDA partenopea (sostituti procuratori Maurizio Giordano e Graziella Arlomede) ha disposto i domiciliari per Carlo Russo, 52 anni (responsabile unico della procedura di scelta del contraente), Vincenzo Filomena, 60 anni, (progettista dell'Ufficio Tecnico del Cira) e Antonio Fago, 77 anni.

Obbligo di dimora nel comune di residenza per Orsi jr, per Francesco Pirozzi, 53 anni (geometra dell'Ufficio Tecnico del Cira), e per Amedeo Grassia, 59 anni (intermediario). Interdizione dall'esercizio dell'attività di impresa riguarda per gli imprenditori Salvatore Orsi, 38 anni, Felice Ciervo, 30 anni e Fiore Di Palma, 52 anni.

Dalle intercettazioni registrate risulta che il giovane Orsi contatta Luongo,  non solo per indicazione di operai da assumere, ma pure per avere notizie sulle imprese che devono essere invitate a partecipare alle gare indette dal Cira solo fine di garantire una parvenza di regolarità procedurale, con la intesa di non presentare alcuna offerta oppure offerte meno vantaggiose.

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