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Cavallo morto nella Reggia di Caserta: il microchip è di un altro cavallo morto nel 2008

Proseguono le indagini sulla morte del cavallo nella Reggia di Caserta. In attesa degli esami autoptici, emerge intanto che il microchip appartiene ad un altro equino, che all’anagrafe equina risulta morto il 19 dicembre del 2008. La Procura di Santa Maria Capua Vetere procede, al momento, contro ignoti per maltrattamenti.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il cavallo deceduto nella Reggia di Caserta.
Il cavallo deceduto nella Reggia di Caserta.

Il cavallo morto nella Reggia di Caserta era "già morto" dal 2008. L'assurda conclusione è quella a cui si è arrivati dopo aver letto il microchip del povero animale, morto alla vigilia di Ferragosto mentre trainava un calesse per turisti sotto il solleone, e sulla cui autopsia si pronunceranno a breve i medici veterinari incaricati. Ma il microchip ha dato già alcune clamorose risposte: in particolare quella che, all'anagrafe equina, il cavallo risultasse deceduto nel lontano dicembre del 2008.

Come sia possibile che il microchip ora fosse sul cavallo deceduto invece all'interno della Reggia di Caserta, è un mistero. Ma la Procura di Santa Maria Vetere, che indaga a ritmi serrati, si prepara a sbrogliare la matassa. Un altro elemento che si attende è l'esame autoptico, affidato ad Orlando Paciello, del Dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II, ed a Guido Rosato, del Centro di Riferimento Regionale per l'Igiene Urbana Veterinaria. Già dai primi accertamenti era emerso che il cavallo non fosse quello autorizzato al trasporto, come confermato anche dal sindaco di Caserta, Carlo Marino: "il titolare dell’autorizzazione amministrativa della carrozza circolava abusivamente con un animale diverso da quello comunicato al Comune e all'Asl", aveva spiegato. Intanto, la rabbia sui social non sembra essersi attenuata neppure dopo l'annuncio da parte della direzione del Parco di rinunciare definitivamente al servizio e sostituirlo con le golf car elettriche omologate. In tanti chiedono infatti il perché di misure tardive, arrivate dopo il decesso del povero cavallo, e soprattutto misure drastiche per vietare tout court il servizio delle carrozzelle in tutte le città, dove ancora oggi rappresentano un mezzo "ambito" soprattutto dai turisti per girare, spesso proprio in piena estate, i capoluoghi del Belpaese da nord a sud.

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