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Caro bollette, in Campania i medici di base spengono le luci: “Le visite al lume di candela”

La protesta dei medici di famiglia della Fimmg: “Dal governo zero ristori, luci spente negli ambulatori giovedì 15 dicembre 2022”
A cura di Pierluigi Frattasi
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I medici di famiglia a Napoli spengono le luci domani, giovedì 15 dicembre 2022, per protestare contro il caro-bollette che sta colpendo anche gli ambulatori medici e l'assenza di ristori da parte del Governo Meloni. L'iniziativa è partita dalla Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Famiglia. Per Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, "Domani visite al lume di candela".

Tommasielli: "Fatte 750mila vaccinazioni in Campania nel 2022"

La protesta inizierà domani, dalle 17.00, per un quarto d’ora le luci degli studi medici si spegneranno e le visite proseguiranno a lume di candela. "Negli Ambulatori dei medici di famiglia della Campania – spiega Pina Tommasielli, medico di base –  ad oggi sono state effettuate circa 750 mila vaccinazioni anti-influenzali. Ma i costi di gestione dei nostri Ambulatori sono interamente a nostro carico e anche il caro-bollette.La finanziaria in elaborazione non ci considera imprese e pertanto ci esclude da eventuali ristori. Spegneremo le lucine dei nostri Ambulatori che al momento sono gli unici punti di offerta di salute sui territori. La tutela della salute pubblica ridotta a lume di candela".

Scotti (Fimmg): "Visite al lume di candela"

"Tra caro energia e inflazione siamo al lumicino – afferma Silvestro Scotti (Fimmg) – Dimenticare i medici di famiglia nella Legge di bilancio è come spegnere l’Articolo 32 della Costituzione. Visite a lume di candela negli studi dei medici di medicina generale di tutta Italia nella giornata di domani (giovedì 15 dicembre) per lanciare un messaggio alle forze politiche che in questo momento stanno discutendo la prossima Legge di bilancio. L’obiettivo è quello di ricordare loro lo stato drammatico vissuto dalla medicina generale".

"In maniera simbolica – prosegue – abbiamo deciso di accendere le candele nei nostri studi per sottolineare le condizioni critiche in cui lavorano i medici di famiglia, senza ricorrere a sistemi di protesta più radicali che, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrari al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti. Ma il nostro allarme resta e non deve restare inascoltato: siamo al lumicino, interveniamo prima che la medicina generale si spenga e con essa il Servizio sanitario nazionale".

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