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Campania 2022, Irpef più cara fino a 600 euro all’anno. A Napoli possibili altri aumenti

Stangata sull’Irpef in Campania in arrivo dal 1 gennaio 2022. Con la manovra finanziaria regionale aumenti fino a 582 euro a famiglia. Altri rincari a Napoli.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Stangata sull'Irpef in Campania in arrivo dal 1 gennaio 2022. La manovra di bilancio della Regione, che andrà in consiglio domani, prevede il passaggio dall'aliquota fissa al 2,03% a quella progressiva, con gli scaglioni in base alle fasce di reddito, che potranno arrivare fino al 3,33%, per quelli più alti (oltre i 75mila euro), che andranno a pagare, in concreto, oltre 580 euro in più all'anno a famiglia, secondo le prime stime. Ma non finisce qui, perché ulteriori aumenti saranno possibili anche a Napoli, a seguito del Patto anti-dissesto, siglato con il Governo Draghi, che per risanare il debito del Comune (ad oggi di 5 miliardi di euro), consente di aumentare l'addizionale Irpef comunale oltre i limiti di legge: l’aliquota Irpef a Napoli, quindi, potrà essere più alta dell’8 per mille (tetto massimo fissato a livello nazionale). Un duro colpo, in caso di rincari, per le tasche dei cittadini napoletani.

La manovra di bilancio in Regione

Il disegno di legge in materia di addizionale regionale all’ Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche ridetermina, infatti, prevede che a decorrere del 31 dicembre 2021, la maggiorazione dell’aliquota addizionale regionale all’ Imposta sul Reddito delle Persone fisiche sarà articolata per fasce di reddito. La manovra, al fine di contenere il costo dell’indebitamento, autorizza la Giunta Regionale a compiere operazioni di revisione e ristrutturazione dei contratti di approvvigionamento finanziario e alla revisione delle operazioni di cui all’Accordo con il Ministero della salute e il Ministero dell’economia e finanze per l’approvazione del Piano di rientro di individuazione degli interventi per l’equilibrio economico. La riforma regionale interesserà l’87% dei campani, la regione si attende di incassare circa 90 milioni di euro. La riforma a scaglioni prevede sgravi per i redditi fino a 15mila euro, che andranno a risparmiare circa 45 euro all'anno, ma aumenti per tutte le altre fasce di reddito, fino al 3,33% (+ 1,3%) per i redditi di oltre 75mil, con un aumento di 582 euro all'anno.

Il nuovo sistema del prelievo fiscale nella manovra di Bilancio nazionale è fissato a 4 aliquote: lo prevede l'emendamento del governo alla manovra che riscrive anche il sistema delle detrazioni e introduce una clausola salva-bonus Irpef per i redditi bassi. Nel dettaglio le aliquote passano da 5 a 4 e saranno al 23% per i redditi fino a15mila euro, al 25% per i redditi tra 15 e 28mila euro, al 35% tra 28mila e 50mila euro e 43% oltre questa soglia. Per i redditi fino a 15mila euro resta anche il bonus 100 euro, che rimane, almeno in parte, anche fino a 28mila euro per evitare che qualcuno ci rimetta con il mix tra nuova Irpef, detrazioni e assorbimento del bonus.

A Napoli, a seguito della norma Salva-Città inserita nel maxi-emendamento alla Legge Finanziaria (articolo 173 bis), l'addizionale Irpef potrà aumentare in deroga ai limiti di legge. L'aliquota potrà essere più alta dell’8 per mille. Attualmente l'addizionale Irpef a Napoli è fissata all'aliquota massima dello 0,8%. La fascia di esenzione fino al 2016 era fissata airedditi fino a 15mila euro, dal 2017 è scesa a quelli fino a 8mila euro. Dall’Irpef nel 2020 il Comune ha accertato 73,4 milioni di euro di entrate.

Maresca: "Troppi rincari sulle famiglie"

"Ci aspetta un 2022 salatissimo – commenta il leader dell'opposizione di centrodestra in consiglio comunale, Catello Maresca – Martedì sarà votato l’aumento dell’addizionale Irpef regionale, proposto dal Governatore De Luca e tra le misure di rientro per gli aiuti a Napoli, imposte dal Governo al Comune, c’è anche l’aumento delle tasse comunali. Ci dicono che sono eventuali e di stare sereni che arriverà sviluppo e benessere. C’è da preoccuparsi? Da napoletano direi proprio di sì. A me sembra il solito gioco delle tre carte e alla fine a pagare sono sempre i cittadini. Per ora arrivano gli aumenti delle imposte e per i servizi, il trasporto, la sicurezza poi si vedrà. Non ci piace la solita politica della sinistra di imporre tasse e promettere interventi per il futuro. Già sappiamo troppo spesso come è andata a finire".

"Le tasse – conclude Maresca – restano e le promesse svaniscono. Se proprio ci toccano, però, sembra centrata e coerente la proposta dell’onorevole Stefano Caldoro, che ha presentato tre emendamenti alla manovra che sarà discussa martedì prossimo in Consiglio regionale, per vincolare almeno una quota del gettito, derivante dagli aumenti delle tasse regionali, alla città di Napoli. Pensare, infatti, che i napoletani debbano sempre continuare a subire non è accettabile. Il rischio, molto concreto, è che ci sia nel giro di un anno un aumento sia delle tasse regionali che di quelle comunali. Allora, vincoliamo, come propone il consigliere di Forza Italia, almeno le maggiori entrate regionali (90/100 milioni di euro) a ripianare parte dei debiti di Napoli. Il Governo ci darà dei soldi (in media circa 65 milioni di euro per 30 anni) ma ne vorrà indietro il 25% all’anno. Se non arriveranno dalla riscossione più efficiente e dalla vendita del patrimonio, misure fallimentari per il recente passato, si rischia che si traducano in un aumento dell’addizionale comunale. Dobbiamo evitarlo e la Regione di De Luca non può far finta di nulla. Manfredi si faccia sentire e chieda anche al presidente della Regione di fare la sua parte, almeno una volta per Napoli e prima di Salerno».

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