Camorra e politica a Cicciano, torna libero presunto intermediario: annullata ordinanza

È stata annullata l'ordinanza cautelare emessa nei confronti di Antonio Bernardo, imprenditore di Cicciano (Napoli), tra i destinatari di misura nell'inchiesta contro i clan Russo e Licciardi; l'uomo era stato sottoposto ai domiciliari circa due settimane fa, identificato come tramite per l'accordo tra esponenti del clan Russo e il sindaco Giuseppe Caccavale per le elezioni del maggio 2023.
Il presunto patto per le elezioni a Cicciano
L'ordinanza è stata eseguita lo scorso 17 novembre dai carabinieri nei confronti di 44 persone (34 in carcere, 10 ai domiciliari) tra Nola, Casamarciano e Cicciano); il reato di voto di scambio era stato contestato, ad altri indagati, anche per Casamarciano, altro comune del Napoletano, anche in quel caso col coinvolgimento del clan Russo.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Bernardo aveva stretto un accordo con Aniello ed Antonio Barbarino, volto a garantire la rielezione a Cicciano, tramite voto di scambio, a Caccavale. La tesi non aveva interamente passato il vaglio del gip che, nel firmare l'ordinanza, aveva rigettato la misura cautelare per il sindaco in carica, ritenendo non ci fossero prove di un suo coinvolgimento diretto, e disposto il carcere per i presunti esponenti del clan Russo e i domiciliari per Bernardo.
Annullata l'ordinanza per Antonio Bernardo
Il Tribunale del Riesame di Napoli (10 sezione) ha annullato l'ordinanza emessa nei confronti dell'imprenditore: all'esito della discussione dell'avvocato difensore, Antonio Tomeo, i giudici hanno escluso il reato ipotizzato nei confronti dell'indagato; a seguito della decisione, nel pomeriggio Bernardo è tornato libero.