Camorra, arrestati due killer del clan d’Alessandro per l’omicidio di Pietro Scelzo
Arrestati due esponenti del clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia, nel Napoletano: si tratta di Vincenzo Ingenito e Antonino Esposito Sansone, entrambi ora gravemente indiziate dell'omicidio di Pietro Scelzo, ‘o Nasone, colpevole di aver "tradito" il clan passando al gruppo rivale degli Omobono-Scarpa. Un cambio di casacca che il clan D'Alessandro non lasciò impunito: Scelzo venne trucidato da undici colpi di pistola nell'androne del cortile della propria abitazione in Vico Pace, a Castellammare di Stabia, il 18 novembre del 2006 e per il suo omicidio venne già arrestato e condannato all'ergastolo (con isolamento diurno per sei mesi) Pasquale Rapicano.
Il gruppo di fuoco che uccise ‘o Nasone era formato secondo gli inquirenti proprio dallo stesso Rapicano, dal Sansone Esposito arrestato quest'oggi, e da un terzo uomo: Vincenzo Guerriero, quest'ultimo suicidatosi nel 2017 nel carcere di Benevento. I tre avrebbero seguito la vittima, ne avrebbero studiato i movimenti, le frequentazioni, gli orari, organizzando e pianificando l'omicidio nei dettaglio, fino ad aprire il fuoco ed uccidere il "bersaglio" il 18 novembre 2006, con undici colpi di pistola calibro 9 nell'androne di casa. Secondo gli inquirenti, Vincenzo Ingenito era invece uno dei mandanti dell'omicidio, assieme a Renato Cavaliere: sarebbero stati loro a decretarne la morte per il "tradimento" di Pietro Scelzo, che per il clan rivale stava gestendo lo spaccio di droga nel quartiere "Centro Antico" di Castellammare di Stabia. Omicidio che avvenne in un contesto di guerra "totale" tra i due clan rivali, che fu caratterizzata anche da delitti "eccellenti", ma che tra omicidi, arresti e pentiti ha portato lentamente al totale ridimensionamento proprio degli Omobono-Scarpa che, secondo le recenti informative della Direzione Distrettuale Antimafia, avrebbe ormai perso il proprio potere, con lo "scettro" di rivali del clan D'Alessandro che sarebbe passato al clan Cesarano.