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Scalzi, sotto il sole 9 ore al giorno per 7 euro ad ogni cassa di ortaggi: la schiavitù non è mai finita

Controlli di task force ispettori del Lavoro e carabinieri nei campi di Terra di Lavoro (Aversano, Sessano e Mazzoni): tante irregolarità e sfruttamento.
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Immagine di repertorio
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Schiavitù. Come definire altrimenti lo sfruttamento dei braccianti nei campi coltivati di ogni prelibatezza estiva che giunge sulla nostra tavola? I risultati delle operazioni di Ispettorato del lavoro, carabinieri e Asl condotte nel Casertano – territori dell'agro-aversano, dell'agro-sessano e della zona dei Mazzoni (quella che va dal fiume Volturno fino al lago Patria ndr.) – sono agghiaccianti.

Sotto il sole cocente, alcuni braccianti lavoravano senza calzature ed è emerso che venivano pagati a cottimo – 7 euro a cassone – e impiegati per 9 ore al giorno senza riposo settimanale. I

n tutto sono 17 le aziende agricole sottoposte a controllo – soprattutto nei campi di pomodori, peperoni, melanzane, angurie -. Di queste 14, la quasi totalità, sono risultate non in regola con la normativa in materia di rapporti di lavoro e legislazione sociale. Sulle restanti 3 sono ancora in corso accertamenti.

Cosa hanno evidenziato le ispezioni in Terra di Lavoro

Gli ispettori che hanno operato in Terra di Lavoro hanno verificato le posizioni di 64 lavoratori ed hanno emanato 4 provvedimenti di sospensione dell'attività nei confronti di altrettante aziende, per la presenza di 20 braccianti completamente "in nero". Sono tutti lavoratori stranieri, provenienti soprattutto dall'Est Europa e dal nord Africa).

Dei 51 lavoratori provenienti da Paesi extra-Ue, 11 sono risultati privi del permesso di soggiorno per motivi di lavoro; per il loro impiego sono stati denunciati 5 imprenditori. In un campo della zona dei Mazzoni sono stati trovati, intenti a raccogliere angurie, 7 lavoratori di nazionalità tunisina privi del permesso di soggiorno.

Sono in corso accertamenti per verificare la sussistenza del reato di sfruttamento in capo ai datori di lavoro, «che comunque – si legge nella nota dei carabinieri – sono da ritenersi presunti innocenti fino all'emissione della sentenza definitiva».

Per tutti i braccianti sono in corso le verifiche per violazioni in materia di orario di lavoro e di sicurezza nei luoghi di lavoro, tra le quali l'omessa consegna dei dispositivi di protezione individuale.

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