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Botti illegali di Capodanno, il mercato è sui social: ma tra i pericoli anche le truffe

Telegram, Instagram, Tik Tok: i venditori di botti abusivi scelgono sempre più le piattaforme social per vendere la loro “merce”. E non mancano i truffatori.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Capodanno si avvicina, e con lui anche il solito, triste, fenomeno dei botti illegali. Se prima per comprarli però si doveva andare, fisicamente, alle bancarelle degli abusivi in strada, magari in zone un po' periferiche delle città, con l'avvento dei social tutto si è semplificato. Prima infatti il rischio, per il venditore, era grosso: tra i clienti poteva esserci anche qualcuno delle forze dell'ordine, magari per beccarlo in flagranza di reato. Senza contare i clienti che magari dopo aver chiesto informazioni, non acquistavano nulla, facendo uscire così dai "depositi" merce che poi doveva rientrarci per evitare di stare troppo tempo "in pubblico".

Quando De Crescenzo anticipò tutto nel film "32 dicembre"

Rischi del mestiere, certo: come in "32 dicembre", film di Luciano De Crescenzo, dove Alfonso Caputo (magistralmente interpretato da Enzo Cannavale) si reca da Peppe ‘o Criminale (Franco Javarone) per acquistare botti illegali senza però avere i soldi necessari. E dopo avergli fatto esporre tutta la "merce", chiede: "Ma voi volete comprare, o mi state facendo un'intervista?". Proprio citando quel film, per certi versi ancora oggi attualissimo, alla bancarella dei fuochi illegali vengono esposti prima un "Maradona" che faceva partire un razzo dal piede verso una porta di calcio ("Da esporre nel palazzo di fronte", sottolineava ancora ‘o Criminale), e poi il "modello Hiroshima" che viene presentata come "l'equivalente di una bomba atomica. Questa non è una botta normale, è una botta che si sente da capo Posillipo a Poggioreale", spiegava ancora il venditore abusivo. Una parte di film in cui si sottolinea proprio questa passione, per certi versi perversa, dei napoletani verso i fuochi d'artificio illegali e rumorosi.

I botti illegali venduti sui social

Tornando ai tempi nostri, oggi di andare sulle bancarelle dei vari Peppe ‘o Criminale non c'è quasi più bisogno. I social hanno abbattuto ogni distanza, e diminuito i rischi per i venditori. Basta aprirne uno qualunque e digitare poche parole chiave (che ovviamente non metteremo in questo articolo) per trovare in poco tempo listini e prezzi aggiornati. Acquistare è semplicissimo: basta un PayPal, ovviamente non come acquisto di beni (sarebbe coperto da garanzie) ma come invio di denaro ad amici o parenti (la formula più pratica, senza commissioni). E il venditore procederà poi alla spedizione (sic!) attraverso corrieri tradizionali. Prezzi anche "modici": una bomba di Maradona, peso netto 1 chilogrammo, si aggira sui 75 euro di media. Ma ci sono anche "pacchetti" composti di Kobra, Rambo, eccetera, tutto incluso a 120-130 euro.

Tra i venditori, anche "semplici" truffatori

Ma c'è anche chi sfrutta questo sistema per truffare tout court i clienti: non mancano infatti feedback che indicano come, incassati i soldi, alcuni "venditori" siano spariti dai social. E dunque oltre al danno anche la beffa, perché in questi casi è vero che di truffa si tratta, ma essendo cifre non enormi (in genere tra i 120 ed i 150 euro per gli ordini "minimi") e soprattutto riguardando materiale illegale, in molti preferiscono non denunciare. Con il risultato di fare arricchire, a rischio zero, i truffatori.

E perché non farne a meno?

Insomma, il consiglio ancora una volta è quello di godersi il Capodanno come si voglia, ma se proprio si senta il bisogno di acquistare fuochi d'artificio, è sempre meglio farlo nei negozi autorizzati. Si rischia zero dal punto di vista delle potenziali truffe, e la merce è sicuramente più di qualità e dunque con meno rischi anche per sé stessi. Altrimenti, godersi i fuochi organizzati dai Comuni, come quelli sul Lungomare di Napoli, e rilassarsi per iniziare al meglio un 2026 che possa essere portatore di positività a tutti.

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