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Blitz antidroga a Salerno: 19 arresti, tra loro un consigliere comunale

I carabinieri di Salerno hanno eseguito misure cautelari per 25 persone (19 arresti e 6 obblighi di presentazione) per detenzione e traffico di sostanze stupefacenti; tra i destinatari un consigliere comunale di Sant’Angelo le Fratte (Potenza). Smantellati due gruppi che gestivano il traffico di droga nel Vallo di Diano; i nomi dei calciatori per indicare le quantità di stupefacente da consegnare.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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C'è anche un consigliere comunale tra i 19 arrestati del blitz dei carabinieri di Salerno scattato all'alba di oggi, 28 settembre. Le accuse, a vario titolo, riguardano la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Sono state eseguite 25 misure cautelari, di cui 19 arresti (8 in carcere e 11 ai domiciliari) e 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, e un decreto di fermo di indiziato di delitto, per gli stessi reati, nei confronti di 5 pregiudicati.

Eseguito anche il sequestro preventivo di un bar e di 7 automobili. Si tratta della terza operazione antidroga nel giro di 15 giorni. Nell'operazione di oggi, denominata "Big Brother", figura anche un consigliere comunale di Sant'Angelo Le Fratte, piccolo comune in provincia di Potenza, destinatario della misura degli arresti domiciliari; i provvedimenti cautelari, emessi dal gip di Potenza, sono stati eseguiti tra le province di Napoli, Salerno, Potenza e Biella.

Blitz antidroga a Salerno, 25 misure cautelari eseguite dai carabinieri

Secondo quanto appurato dai militari gli indagati erano legati a un sodalizio criminale che gestiva il traffico di droga nel Vallo di Diano, controllando importazioni e vendita di marijuana, cocaina e hashish; le indagini, coordinate dalla Dda di Potenza (che ha competenza anche su parte della provincia di Salerno), sono state svolte dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Sala Consilina.

La base logistica dell'organizzazione è stata individuata ad Atena Lucana, in un bar e in un residence gestiti da Pietro Paladino, considerato a capo della banda, e dalla convivente Gerarda Soccodato, dove veniva gestito il traffico e avvenivano le consegne. La cocaina arrivava dall'area vesuviana, attraverso i corrieri guidati da un pregiudicato del posto; ai rifornimenti di marijuana, invece, provvedeva un incensurato di Sala Consilina, che faceva arrivare partite da un chilo alla volta.

Nel corso delle indagini è emersa l'esistenza di un altro gruppo criminale, collegato al primo ma indipendente, composto da giovani spacciatori in gran parte di Sala Consilina che gestivano la vendita al dettaglio nel centro storico della cittadina salernitana con tanto di vedette per lanciare l'allarme nel caso di controlli da parte delle forze dell'ordine.

I nomi dei calciatori famosi per indicare le quantità di droga

Temendo di essere intercettati o di incappare in controlli, rilevano gli inquirenti, gli indagati usavano diversi stratagemmi per ridurre i rischi. La cocaina, per esempio, veniva spesso nascosta in un residence in campagna per evitare che venisse sequestrata. Per le quantità, invece, si parlava in codice: per indicare l'entità della richiesta venivano nominati al telefono calciatori famosi, con riferimento al loro numero di maglia.

(articolo aggiornato il 28 settembre alle 11:50)

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