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Bimba guarita da Mis-C dedica una fiaba al Santobono di Napoli: “Gigi, il dottore magico”

Una bimba residente nel nord est, guarita da Mis-C al Santobono di Napoli, ha dedicato agli altri bambini e ai sanitari dell’ospedale una fiaba: “Gigi, il dottore magico”.
A cura di Nico Falco
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"Tempo fa, in un paesino lontano lontano, in una casetta, viveva una bambina di nome Gaia…". Comincia così, col più classico degli incipit, la fiaba che ha scritto Ludovica, una bambina del nord est Italia. È la storia di una bambina che all'improvviso si ritrova in ospedale con altri piccoli pazienti, tutti affetti da una misteriosa malattia, e che viene salvata da un "dottore magico".

In realtà Gaia non è altri che la stessa Ludovica, che ha voluto raccontare con un tema la sua esperienza, cominciata con una malattia che i medici all'inizio non riuscivano a diagnosticare e che si è conclusa nel migliore dei modi al Santobono di Napoli, dove è stata accudita da "persone magiche che fanno il loro lavoro con entusiasmo ed amore".

A raccontare questa vicenda è Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso dell'ospedale pediatrico napoletano, che ha pubblicato il tema della bambina. La piccola, di origini campane, aveva cominciato a stare male mentre era in vacanza a Napoli con la famiglia. Febbre persistente, resistente ai normali farmaci, poi dolori addominali. Impossibile riportarla a casa in quelle condizioni.

Così i genitori, con la bimba che sta sempre peggio, cercano un pediatra. Margherita Iodice, dopo l'anamnesi e sulla base dei risultati di esami di laboratorio, ipotizza che si possa trattare di MIS-C, una sindrome multisistemica infiammatoria tipica dell'età pediatrica. Ludovica viene quindi ricoverata in ospedale e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso, e lì conosce i bambini, i medici e gli infermieri che ispireranno gli altri personaggi della sua fiaba.

"Passano i giorni, le cure sono impegnative ma, finalmente, inizia a sentirsi meglio – scrive Vincenzo Tipo – ricompare il sorriso e cerca di fare coraggio agli altri bimbi che sono terrorizzati dai ritmi dell'ospedale. Guarda, scruta, fa domande, è curiosa. Dopo circa 2 settimane viene dimessa e rientra nella sua casa, tra i suoi affetti, i suoi amici e i suoi compagni di scuola. Ed è proprio in un compito in classe che Ludovica ha raccontato la sua favola napoletana. Per i bambini le favole sono importanti: li guidano alla scoperta del loro mondo emotivo". "La mamma ci ha chiesto di pubblicare il tema in classe di Ludovica perché le faceva piacere – conclude il primario –  voleva che noi sapessimo di esserle rimasti nel cuore. In bocca al lupo, piccola e straordinaria donnina".

Da questa esperienza nasce il personaggio di "Gigi, il dottore magico", che scopre l'origine della malattia e guarisce tutti con una pozione "blu, luccicante, glitterata" e studiata proprio per i bambini: non è "puzzolente come le altre medicine" e viene somministrata con un ago "sottile come un capello, quasi invisibile", al contrario di tutte le iniezioni che i bimbi avevano dovuto fare fino a quel punto.

"I bambini ripresero dopo un po' di tempo a far tutto in autonomia e furono dimessi per tornare a casa – scrive Ludovica alla fine della fiaba – questa esperienza ha reso noi bambini dei guerrieri, più forti di prima. Ringrazio tutti, davvero tutti per avere aiutato noi bambini a guarire e per avere supportato i nostri genitori. Il mio ringraziamento va al primario del reparto dove sono stata ricoverata ed ai dottori e agli infermieri che sono come il protagonista della mia favola, persone magiche che fanno il loro lavoro con entusiasmo ed amore".

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