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Biagio Izzo rinviato a giudizio: avrebbe usato un prestanome per ricomprare beni pignorati

Partirà il prossimo 6 febbraio il processo che vede imputato il comico Biagio Izzo insieme ad altre cinque persone: l’attore, rinviato a giudizio con gli altri indagati, è accusato di avere cercato di ricomprare tramite un prestanome i propri beni che erano stati pignorati e messi all’asta nel 2015 per un debito verso Equitalia.
A cura di Nico Falco
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Il popolare attore napoletano Biagio Izzo è stato rinviato a giudizio per turbativa d'asta: secondo il pm avrebbe cercato di rientrare in possesso di alcuni suoi beni che erano stati pignorati e messi all'asta per un debito verso Equitalia partecipando tramite un prestanome che avrebbe dovuto partecipare alla vendita giudiziaria. Per la stessa vicenda andranno a processo altre cinque persone, tra cui due collaboratori dell'attore, un dipendente di Equitalia e il direttore dell'Istituto vendite giudiziarie di Napoli.

La storia risale al 2015, quando alcuni beni di Izzo, pignorati, furono messi all'asta. Si trattava, nello specifico, di una Vespa 300, una Fiat 500 e alcuni mobili. L'indagine è stata svolta dalla Guardia di Finanza di Napoli. L'attore, secondo l'accusa, avrebbe provato a ricomprare quegli oggetti, facendo partecipare una "testa di legno" all'asta che si era tenuta il 25 febbraio 2015; in questa operazione sarebbero coinvolti, a vario titolo, Carlo Sorrentino ed Ettore Liberati, collaboratori di Izzo, il dipendente di Equitalia Rodolfo Imperiale e il suo collaboratore Mario Parisi, e il direttore dell'istituto Vendite Giudiziarie di Napoli, Gianfranco Lombardi.

Il comico napoletano, per il quale era stata avanzata anche una richiesta di arresto e successivi domiciliari (poi bocciata), si era difeso sostenendo di non aver chiesto favori a nessuno e di non sapere nulla di quella storia, aggiungendo che probabilmente a organizzare tutto erano state persone che in questo modo cercavano di entrare nelle sue grazie. Per tutti gli indagati il gip Valentina Giovanniello del Tribunale di Napoli Nord ha disposto il rinvio a giudizio: il dibattimento partirà il prossimo 21 febbraio.

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