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Battipaglia, la sindaca si incatena davanti all’ospedale: “Pochi medici e infermieri, troppi disagi”

Cecilia Francese, sindaca di Battipaglia, nella provincia di Salerno, questa mattina si è incatenata davanti al locale ospedale Santa Maria della Speranza per porre l’attenzione sui disagi e sulle criticità del nosocomio: “Carenza di personale, medici e infermieri costretti a fare turni massacranti”.
A cura di Valerio Papadia
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Un gesto forse estremo quello che, questa mattina, ha compiuto Cecilia Francese, sindaca di Battipaglia, nella provincia di Salerno: la donna, primo cittadino nonché medico, si è incatenata davanti al locale ospedale Santa Maria della Speranza, con indosso camice bianco e fascia tricolore, al fine di veicolare l'attenzione delle istituzione – azienda sanitaria e direzione in primis – sulle criticità e sui disagi che vive il nosocomio, in primis la carenza di personale, che costringe, con l'aggravante della pandemia di Coronavirus, medici e infermieri a turni massacranti. La sindaca Francese ha scritto un lungo post sulla sua pagina ufficiale Facebook per spiegare le ragioni del suo gesto:

Sono costretta mio malgrado ad adottare un estremo ed eclatante atto di dimostranza a tutela e rispetto dei concittadini che rappresento nei confronti di una direzione aziendale e sanitaria di Presidio che, nonostante ripetuti inviti e solleciti ad intervenire sui tanti problemi dell’ospedale acuitisi con l’emergenza pandemica, continua ad essere latitante. In questa circostanza non posso non denunciare il grave disagio e il profondo malessere che registro nella mia posizione istituzionale di rappresentante della sanità di questo di questo territorio, avvalorata dal fatto che essendo medico interpreto con maggiore significato la sofferenza di utenti e del personale che così come nel resto del Paese soffre in prima battuta il tragico momento

La prima cittadina di Battipaglia, poi, entra nel merito della questione, elencando alcuni problemi dell'ospedale tra cui, come detto, la carenza di personale:

Parlo di più di 30 tra infermieri e OSS collocati in pensione e non sostituiti nell’ultimo anno, parlo di infermieri di sala operatoria costretti a turni massacranti per garantire cinque sale operatorie su due piani, parlo di infermieri di pronto soccorso costretti ad assistere molti pazienti in attesa di tampone per poter accedere al ricovero oltre al naturale compito dell’urgenza.E tutto questo si potrebbe evitare se solo la direzione generale autorizzasse l'esecuzione di tamponi molecolari rapidi anche presso il nostro presidio, come già avviene in tutti gli ospedali maggiori e non, della ASL. E parlo anche di un personale medico sfinito dalla necessità di garantire livelli adeguati di assistenza dovendo coprire i turni dei tanti colleghi collocati in quiescenza

In conclusione, la sindaca Francese chiede alla direzione sanitaria dell'ospedale di fissare al più presto un incontro con le istituzioni e i rappresentanti di medici e infermieri dell'ospedale per discutere di questi disagi e per trovare insieme le relative soluzioni.

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