La battaglia dei lavoratori della Cooper Standard di Battipaglia: dal rischio chiusura alla cassa integrazione: “E poi che succederà?”

Dopo un mese di sciopero, arriva l’accordo: un anno di tempo per rilanciare la fabbrica e salvare 375 posti di lavoro.
A cura di Carmine Benincasa
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Il presidio davanti alla Cooper Standard di Battipaglia
Il presidio davanti alla Cooper Standard di Battipaglia

Non vogliono festeggiare né cantare vittoria, anche se le hanno definite «buone notizie» quelle arrivate da Roma, i lavoratori della Cooper Standard Automotive di Battipaglia, piana del Sele, provincia di Salerno. In sintesi: non rischiano di chiudere l'anno senza un lavoro. Ma nel complesso questo problema è solo diluito nel tempo, spiegano. La Cooper Standard è una azienda specializzata nella produzione di guarnizioni in plastica per l'automotive e fornitrice del gruppo Stellantis (modelli come Alfa Romeo Tonale, Jeep Renegade e Fiat Panda), era finita in crisi dopo la decisione di delocalizzare parte della produzione in Polonia.

Gli operai, in presidio e sciopero dall'11 settembre scorso, avevano denunciato il rischio di chiusura e la perdita di centinaia di posti di lavoro (in tutto 375). Ora, un incontro al ministero delle Imprese tra le organizzazioni sindacali e la proprietà dell'azienda ha portato a un primo concreto risultato: non si parla più di immediata chiusura immediata dello stabilimento. L'accordo raggiunto a Roma mette nero su bianco una fase di verifica e possibile rilancio. Di concreto c'è il reddito garantito dall'ammortizzatore sociale, ovvero la cassa integrazione, per tutti. «Almeno oggi possiamo parlare di futuro» dicono i lavoratori. «È un palliativo, sarà un anno di attesa e speranza».

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