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Gestione dei rifiuti, bandi di gara ‘cuciti’ su misura, arresti di politici e funzionari. Indagato il sindaco di Caserta

Il sindaco e il comandante della Polizia Municipale di Curti, nel Casertano, sono tra i sei destinatari di misure di custodia cautelare nell’ambito di un’indagine su bandi di gara ad hoc per favorire imprenditori nella gestione dei rifiuti.
A cura di Valerio Papadia
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Sono sei le misure di custodia cautelare (una in carcere e sei agli arresti domiciliari) eseguite dai carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nell'ambito di una indagine su presunti bandi di gara ad hoc, tra la provincia partenopea e quella di Caserta, per favorire alcuni imprenditori nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti. Le ordinanze di custodia cautelare hanno riguardato imprenditori ed esponenti della pubblica amministrazione, tra cui Antonio Raiano e Igino Faiella, rispettivamente il sindaco e il comandante della Polizia Municipale di Curti, nel Casertano. Come specificano gli inquirenti, gli indagati sono da ritenersi presunti innocenti, trattandosi al momento di indagini preliminari, fino al definitivo accertamento di colpevolezza dettato da sentenza irrevocabile.

Anche sindaco di Caserta indagato

Anche il sindaco di Caserta, Carlo Marino, è fra gli indagati. Marino è finito sotto indagine per «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in concorso». Da quanto si evince dall'ordinanza cautelare del giudice Ambra Cerabona, il primo cittadino «attraverso ripetuti incontri riservati e contatti telefonici con Pasquale Vitale (indagato) e Carlo Savoia (in carcere da oggi), si prestava a ricevere i documenti di gara fraudolentemente preparati da quest'ultimo e dai suoi collaboratori, contribuendo altresì a fornire suggerimenti sulle modifiche da effettuare, per rendere la bozza più funzionale agli interessi degli aspiranti all'aggiudicazione dell'appalto».

Le indagini sono scattate nel 2017

Le indagini, come detto coordinate dai magistrati antimafia di Napoli, sono partite nel 2017 e hanno permesso agli inquirenti di accertare l'esistenza di un collaudato sistema, avente ruoli e metodologie ben definiti dopo anni di attività illecite, che aveva come obiettivo la creazione e l'aggiudicazione di bandi di gara pensati ad hoc per venire incontro alle esigenze di aziende e imprenditori attivi nel settore della raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti urbani in diversi comuni delle province di Napoli e Caserta. Per gli indagati sono state formulate le accuse di turbata libertà degli incanti, turbata libertà dei procedimenti di scelta del contraente, falsità in atti pubblici e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.

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