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Arrestati due carabinieri a Napoli: favori ai clan, droga rubata agli spacciatori e rivenduta

Due carabinieri sono stati arrestati nell’ambito di una indagine della Dda di Napoli: uno di loro è accusato di avere favorito personaggi ai vertici del clan Cutolo del Rione Traiano e del clan Di Costanzo, articolazione dei Longobardi/Beneduce, di Pozzuoli; l’altro avrebbe derubato spacciatori extracomunitari e costretto un altro pusher a comprare da lui la droga.
A cura di Nico Falco
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Due carabinieri sono stati arrestati oggi dai colleghi del Comando Provinciale di Napoli. Accuse pesanti: avrebbero favorito il clan Cutolo del Rione Traiano e i Longobardi Beneduce di Pozzuoli, rivelato di indagini in corso e uno dei due avrebbe derubato spacciatori e obbligato un altro pusher a comprare da lui la droga. I provvedimenti sono arrivati nell'ambito di una indagine più ampia, coordinata dal procuratore aggiunto Rosa Volpe della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli; tra gli indagati figurano anche Gennaro Di Costanzo, ritenuto ai vertici del clan omonimo di Pozzuoli (articolazione dei Logobardi/Beneduce) e Gennaro Carra, all'epoca reggente del clan Cutolo successivamente collaboratore di giustizia.

Napoli, arrestati due carabinieri: favori ai clan

Uno dei due carabinieri arrestati, M. C., all'epoca dei fatti in servizio nella Compagnia Bagnoli, è stato condotto in carcere, l'altro, W. I., che lavorava nel Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione Operativa, del reparto Territoriale dei carabinieri di Mondragone (Caserta), è stato invece sottoposto ai domiciliari.

In particolare, si legge nell'ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, M. C. è accusato di non avere redatto una relazione di servizio dopo avere saputo che a sparare a Mario Varriale, nella notte tra il 23 e il 24 settembre 2015, era stato Gennaro Di Costanzo, esponente dei Longobardi/Beneduce di Pozzuoli e anche lui tra i destinatari dell'ordinanza eseguita oggi proprio per quel ferimento; secondo la ricostruzione degli inquirenti a dirglielo era stato lo stesso indagato; quel tentato omicidio sarebbe scaturito come ritorsione perché il ferito aveva spacciato droga in via Napoli, zona sotto il controllo dei Di Costanzo, senza autorizzazione e dopo avere acquistati gli stupefacenti da altri.

Allo stesso carabiniere viene contestato di avere scritto in una relazione di servizio del 29 gennaio 2019 di avere controllato Genny Carra mentre si trovava a piedi, omettendo che invece era a bordo di un'automobile presa a noleggio; comportamento, ritengono gli inquirenti, frutto di un accordo tra i due e volto a favorire il clan Cutolo, di cui all'epoca Carra era il reggente. Inoltre, in vari momenti, avrebbe usato il sistema informatico dell'Arma per controlli per fini personali e non legati al servizio.

Carabiniere rubava droga e soldi agli spacciatori extracomunitari

A W. I. viene contestato l'aver rivelato informazioni riservate riguardo indagini in corso, compresa l'emissione di una misura cautelare che sarebbe di lì a poco stata emessa. Inoltre, il militare avrebbe in più occasioni derubato degli spacciatore extracomunitari a Castel Volturno (Caserta), facendo irruzione nelle loro abitazioni e portando via droga e grosse quantità di denaro, senza arrestarli né redigere relazioni in merito. Secondo un collaboratore di giustizia la droga veniva consegnata a uno spacciatore, obbligato a comprarla dal militare, che poi la rivendeva.

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