Anziani maltrattati nella casa di riposo, le intercettazioni: “Quella me*da te la spalmo in faccia”
"Vuoi vedere che la merda che hai nel culo te la spalmo come una crema in faccia? Ti devo chiudere la bocca a modo mio?". E, ancora: "Ti butto di sotto", "Io te le spezzo, le mani", "Se solo parli ti chiudo nel bagno solo a te". Minacce, insulti, umiliazioni, rivolti dagli operatori sanitari agli anziani della casa di riposo "Nonna Rosa" di Chiaia, nel centro di Napoli; le intercettazioni sono agli atti nell'indagine, svolta dai carabinieri della Compagnia Centro col coordinamento della Procura di Napoli (IV sezione, Fasce Deboli), che ha portato alla misura cautelare emessa oggi dal gip per 7 operatori socio sanitari.
L'indagine è partita nel novembre 2022, quando un operatore socio sanitario ha sporto denuncia presso i carabinieri di Chiaia: in cerca di lavoro, era stato contattato da personale della casa per anziani ma, durante il periodo di prova, aveva constatato che la struttura era in stato di abbandono, le condizioni igieniche erano scarse e che gli anziani erano in stato di soggiogazione fisica e psicologica, al punto da apparire intimoriti dagli operatori.
Chiusa dall'Asl la casa di riposo "Nonna Rosa"
Le operazioni dei carabinieri sono terminate nel primo pomeriggio. Al termine dei sopralluoghi, effettuati con personale dell'Asl, è stata disposta la chiusura della casa per anziani per gravi carenze igienico sanitarie. I 15 pazienti presenti sono stati tutti trasferiti; 12 sono stati accompagnati nelle case di familiari e degli altri 3, trovati in condizioni di salute precarie, due stati trasferiti all'Ospedale del Mare e l'ultimo presso il residence dello stesso ospedale messo a disposizione dall'Asl.
Nel corso dei controlli i militari della Compagnia Centro, supportati dal Nas, hanno sequestrato alcuni farmaci scaduti e altri privi di tracciabilità; sequestrata anche documentazione varia per i successivi accertamenti.
Arrestati 7 operatori socio sanitari, trovati coi social
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori i maltrattamenti erano frequenti, sistematici: il quadro emerso dalle indagini mostra condotte quotidiane di minacce, umiliazione, grave violenza sia fisica sia psicologica ed episodi di deliberata indifferenza rispetto ai bisogni elementari degli anziani ospitati; le vittime hanno età compresa tra gli 80 e i 100 anni.
Dei 7 operatori raggiunti da misura cautelare, soltanto una risulta regolarmente assunta nella casa per anziani; altri tre percepivano il reddito di cittadinanza ((1 in forma diretta, 2 in maniera indiretta). Per identificarli gli investigatori hanno usato i social, esaminando quelle stesse pagine sulle quali venivano pubblicate foto di anziani apparentemente felici, ai quali venivano dati "amore e felicità": hanno incrociato gli elementi emersi dalla pagina Facebook di "Nonna Rosa" e da quelle di altre strutture collegate, i vari post e le reazione, con le immagini catturate dalle videocamere installate nella struttura.
Le accuse sono, in concorso, di maltrattamenti continuati e pluriaggravati: tre sono stati tradotti in carcere (2 a Poggioreale e una al femminile di Pozzuoli), per gli altri 4 sono stati applicati i domiciliari.
Anziani maltrattati, le intercettazioni dell'indagine
A dicembre 2022 l'operatore sanitario che aveva denunciato le condizioni della struttura era stato convocato e si era presentato insieme a una donna, figlia di una anziana che era stata ricoverata nella struttura e che era deceduta nel luglio precedente in circostanza che i familiari ritenevano poco chiare. Erano quindi state autorizzate le intercettazioni ambientali e le riprese video, che hanno portato alla ricostruzione di quello che realmente avveniva nella struttura. Scrive il gip:
L'attento esame degli atti di indagine consente di ritenere provata la commissione di plurimi episodi di maltrattamenti – reiterati nel tempo e tuttora in atto – ai danni degli anziani ospiti della casa di riposo "Nonna Rosa", destinatari di condotte vessatorie abituali e disumane, insulti, minacce, strattonamenti e percosse, in alcuni casi di somministrazioni spregiudicate di farmaci, altamente pregiudizievoli dell'integrità psico-fisica delle persone offese.
Due degli ospiti della struttura, vittime di gravi maltrattamenti, sono deceduti nel corso della permanenza; le indagini mirano ad accertare se le morti possano essere collegate alle vessazioni.