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“Amazon, basta lavoratori precari”: sciopero al deposito di Arzano domani lunedì 22 marzo

Presidio contro il precariato domani al deposito Amazon di Arzano nell’ambito dello sciopero nazionale di 24 ore. I lavoratori si sono dati appuntamento alle 12,30 all’esterno della struttura, hub di distribuzione per tutta la provincia di Napoli, “per rivendicare il rispetto dei ritmi e dei turni di lavoro, per la stabilizzazione dei lavoratori precari e per il riconoscimento della clausola sociale”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Presidio contro il precariato domani al deposito Amazon di Arzano, nell'ambito dello sciopero nazionale di 24 ore. I lavoratori si sono dati appuntamento alle 12,30 all’esterno della struttura, hub di distribuzione per tutta la provincia di Napoli, “per rivendicare il rispetto dei ritmi e dei turni di lavoro, per la stabilizzazione dei lavoratori precari e per il riconoscimento della clausola sociale”, spiegano Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, che sostengono l’iniziativa. La mobilitazione, infatti, si inquadra nell’ambito dello sciopero nazionale di 24 ore che riguarderà tutta la filiera del colosso americano dell’e-commerce, che attualmente, secondo i sindacati, “conta in Italia circa 40mila addetti, di cui 10mila precari e somministrati con lavori trimestrali spesso non rinnovati. Un turn-over esasperato, nel quale priorità produttività e flessibilità sono le uniche caratteristiche, dove chi dispone è un algoritmo che controlla tutto”.

I sindacati: “I drivers obbligati a fare 200 consegne al giorno”

“Peggio ancor di più per i drivers – scrivono i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti – costretti per più settimane, in spregio all’orario contrattualmente stabilito, operano senza soste, con l’obbligo di dover effettuare fino a 200 consegne giornaliere, festività comprese. Sul sito, Amazon promette nuovi posti di lavoro e la possibilità di stabilizzazione. In un momento così difficile, tali proposte attirano, sembrano positive e facilmente perseguibili. Di certo non si disconosce la valenza delle Multinazionali nazionali ed internazionali che desiderano investire nel nostro Paese, in modo duraturo e serio. Non è possibile però, accettare che la logica del profitto prevalga sui diritti dei lavoratori, spesso precari, sfruttati al massimo, con diversi livelli di retribuzione e garanzie nella filiera, vessati qualora si iscrivono al sindacato”.

“In particolare, nel sito di Arzano – ricordano Cgil Napoli e Campania, Filt-Cgil e Nidil-Cgil – lavorano come drivers circa 7 aziende che costringono i lavoratori ad un turnover esasperato, dal momento che il loro impegno dura al massimo 3 mesi. Nei periodi in cui si registrano i picchi maggiori di lavoro, come Pasqua, Natale e durante i lockdown, sono circa 200 i driver che si alternano ogni 3 mesi. Gli ‘stabilizzati' sono pochissimi, dal momento che le aziende nascono e muoiono in base ai contratti con Amazon, che non sono continuativi. I driver, costretti per più settimane ad operare senza soste, in spregio all'orario contrattualmente stabilito, hanno l'obbligo di dover effettuare fino a 200 consegne giornaliere, festività comprese”.

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