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A Natale albero o presepe? Luciano de Crescenzo spiega significati e differenza

Dai Re Magi a Cicci Bacco, da Benino al Pastore della Meraviglia: il filosofo-ingegnere Luciano de Crescenzo spiega la magia del presepe napoletano.
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Luciano de Crescenzo
Luciano de Crescenzo

Nessuno come Luciano De Crescenzo sa raccontare le storie che compongono una mitologia, sia essa dell'antica Grecia o della nostra vita quotidiana. In uno dei suoi libri, "Gesù è nato a Napoli" (Mondadori) l'ingegnere-filosofo di via Santa Lucia ricostruisce con la consueta ironia le origini del presepe, da Virgilio a Eduardo, e ritrae a uno a uno i personaggi che lo compongono: dai Re Magi a Cicci Bacco, da Benino al Pastore della Meraviglia. Fino a quando, come in un basso napoletano, i pastorelli si metteranno a discutere, litigare, spettegolare…

Ecco un brano che spiega la differenza tra ‘alberisti' e ‘presepisti' che gli appassionati del professor Gennaro Bellavista ben conoscono: «La suddivisione tra quelli a cui piace l'albero di Natale e quelli a cui piace il presepe, tra alberisti e presepisti, è tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità» esordisce. Per poi spiegare: «Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere; il secondo invece pone ai primi posti l'Amore e la Poesia. Tra le due categorie non ci può essere colloquio, uno parla e l'altro non capisce. Quelli a cui piace l'albero di Natale sono solo dei consumisti».

Secondo Luciano De Crescenzo: «Il presepista invece, bravo o non bravo, diventa creatore e il suo Vangelo è Natale in casa Cupiello. I pastori debbono essere quelli di creta, fatti un poco brutti e soprattutto nati a San Gregorio Armeno, nel cuore di Napoli, e non quelli di plastica che vendono al supermercato, e che sembrano finti; i pastori debbono essere quelli degli anni precedenti e non fa niente se sono quasi tutti scassati, l'importante è che il capofamiglia li conosca per nome uno per uno e sappia raccontare per ogni pastore nu bello fattariello…».

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