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A Pontida, al raduno della Lega, cori contro Napoli e i napoletani. Salvini: “Volgari, ma erano 30 persone”

Cori anti-Napoli al raduno della Lega di Pontida, il leader del Carroccio Matteo Salvini minimizza: “Sciocchi, ma roba di pochi”.
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Matteo Salvini non può smentire, perché ci sono i video, i cori contro Napoli e i napoletani intonati ieri sul pratone di Pontida, Bergamo, il luogo dell'annuale raduno della Lega dai tempi di Umberto Bossi e della secessione. E quindi oggi smorza i toni, minimizzando: «I cori razzisti? Sciocchi, volgari, stupidi. Ma erano in pochi a cantarli – dice a Rtl 102.5 -. Se su 30mila persone ci sono 30 che dicono qualcosa di stupido, gli altri hanno il diritto e il dovere di condannarli, ma ieri si è parlato di diritto alla casa per i giovani, magari coi soldi delle banche. Proposte costruttive che non possono essere offuscate da 20 o 30 sciocchi».

Ieri la Lega, in particolare rappresentanti campani (parlamentari e consiglieri regionali) è stata attaccata sui social dal centrosinistra ma anche da molti napoletani semplicemente offesi dai cori. Il candidato alla Regione Campania per l'area progressista Roberto Fico, ha chiesto a Salvini le scuse: «Un partito che governa l’Italia ed esprime il vicepremier. Questo è la Lega. La Lega Nord. Che torna alle sue origini insultando i cittadini campani con cori irripetibili». Chi invece rilancia e rimanda al mittente le accuse è Daniela Di Maggio, madre di ‘Giògiò' Cutolo, il giovane musicista ucciso a Napoli nel 2023,  oggi candidata con la Lega alle prossime elezioni in Campania: «È una orribile strumentalizzazione di una notizia falsa» afferma.

Il deputato e coordinatore della Lega in Campania Gianpiero Zinzi ribalta le accuse e si rivolge a Piero De Luca, figlio del governatore uscente Vincenzo e segretario in pectore del Pd in Campania: «Quelli di cui parla Piero De Luca sono cori intonati dai nostri ragazzi tifosi del Napoli e della Campania per Napoli e per la Campania. E invece di guardare in faccia la realtà, vede fantasmi ovunque, al di fuori del Partito Democratico, di cui dovrebbe preoccuparsi per lo stato drammatico in cui versa e l'odio che serpeggia tra i dirigenti del suo stesso partito nella sua regione».

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