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Covid 19

A Napoli i medici in piazza del Plebiscito per ricordare i colleghi eroi morti per il Covid

Flash mob in piazza del Plebiscito oggi pomeriggio alle 18, per ricordare i medici morti con il Coronavirus, sia gli ospedalieri che i medici di famiglia in prima linea negli studi nella lotta contro la pandemia fin dallo scorso marzo. La manifestazione è stata organizzata dalla Fimmg di Napoli per ricordare i camici bianchi “caduti”, eroi della lotta al Covid.
A cura di Pierluigi Frattasi
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“La Campania e la provincia di Napoli soprattutto hanno dato un grande tributo di vittime tra i medici di famiglia nella seconda ondata del Coronavirus. Ma il loro esempio e insegnamento non sarà mai dimenticato dai colleghi”. Ricorda così i medici eroi morti con il Coronavirus a Napoli e in Campania Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, che oggi ha partecipato al flash mob in piazza del Plebiscito oggi pomeriggio alle 18, per ricordare il personale sanitario che è stato in prima linea negli studi medici nella lotta contro la pandemia fin dallo scorso marzo, ma che è caduto compiendo il proprio dovere.

La manifestazione è stata organizzata dalla Fimmg di Napoli, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. I medici sono scesi in piazza indossando simbolicamente i loro camici bianchi. L'evento si è tenuto nel massimo rispetto delle normative anti-Coronavirus, con l'autorizzazione della Questura e della Prefettura di Napoli. Tra i presenti alla manifestazione, Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, Pina Tommasielli, referente per la medicina territoriale dell'Unità di Crisi per l'emergenza Covid19 della Campania, Luigi Sparano e Corrado Calamaro, rispettivamente presidente e segretario della Fimmg Napoli.

“Non dimenticheremo mai nostri colleghi morti per il Covid – spiega Silvestro Scotti a a Fanpage.it – Il loro ricordo resterà profondo e radicato in tutti noi. Non solo per il contributo umano che hanno dato alla professione, ma anche per i loro insegnamenti scientifici che hanno dato professionalmente con la loro esperienza quotidiana alla scuola medica napoletana”. I medici che hanno manifestato hanno gridato tutti insieme: “Noi non vi dimenticheremo mai”. “In piazza del Plebiscito – racconta Scotti – c'erano tanti medici che venivano direttamente dopo la loro giornata di lavoro in ambulatorio. Abbiamo voluto lanciare anche un messaggio alle istituzioni che spesso dimenticano l'impegno quotidiano continuo dei medici di famiglia, purtroppo talvolta additati erroneamente come fannulloni”. Poi Scotti dedica anche un ricordo speciale ad una delle ultime vittime del Covid a Napoli tra i camici bianchi, il dottor Mario Della Calce: “Siamo cresciuti insieme – dice – la sua perdita mi addolora molto. È una delle ultime vittime del Covid. Da ragazzi abitavamo nello stesso palazzo. Ci siamo ritrovati adulti da medici assieme. È andato via. Ma quello che un medico dà agli altri medici non muore mai”.

Per testimoniare il loro impegno nella lotta al Covid, i medici di famiglia hanno pubblicato anche dei manifesti a Napoli. Mentre il Comune ha deciso di intitolare ai camici bianchi morti per Covid una piazza nel Rione Sanità. "Siamo stanchi e siamo sotto organico – il messaggio della Fimmg nel manifesto del flash mob – spesso non siamo apprezzati. Ci ammaliamo, moriamo  Ma ci siamo ogni giorno. Oggi siamo in piazza del Plebiscito insieme indossando i nostri camici, per ricordare i colleghi scomparsi, offrire un simbolico abbraccio alle loro famiglie, restare come sempre al fianco dei nostri pazienti. Salutiamo questo difficile anno e diamo il benvenuto al 2021, preparandoci ad affrontare uniti la nuova sfida che ci aspetta”.

"Dietro ai quotidiani bollettini che declinano sterili numeri – afferma Pina Tommasielli, referente per la medicina territoriale dell'Unità di Crisi per l'emergenza Covid19 della Campania – ci sono storie di uomini e donne " positivi," sintomatici o paucinstomatici o semplicemente spaventati. Tutti questi cittadini sono stati ‘accolti' dai medici di famiglia che, qui in regione Campania, hanno contribuito a contenere l'avanzata del virus, assistendo a domicilio quel 95% di contagiati che non sono giunti in ospedale. Il prezzo pagato da questa categoria di professionisti, spesso poco visibile, in termini di vite umane, è il più alto in assoluto. Ripartiamo da questi lutti e dal dolore delle loro famiglie ,per rilanciare il Servizio Sanitario Pubblico, per declinare il diritto alla salute inteso come bene individuale e interesse comune".

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