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A Napoli 16 ragazze minorenni violentate nel 2022: oggi piazze illuminate contro violenza su donne

“Al Pronto Soccorso arrivano donne con traumi, ecchimosi e fratture. Non sempre dicono subito come se li sono fatti”. Accordo col Santobono per curare le bimbe violentate.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sono 26 le donne che hanno subito violenza sessuale e sono state curate all'Ospedale Cardarelli di Napoli nel 2022. Di queste, 16 sono minorenni. Ragazze stuprate o vittime di atti di violenza e di libidine. Donne, a volte bambine, che arrivano al Pronto Soccorso con fratture, ematomi e traumi e non sempre dichiarano subito come se li sono procurati.

Dati allarmanti quelli del nosocomio partenopeo, che emergono nella Giornata contro la violenza di genere, oggi, 25 novembre 2022, se si considera che le aggressioni a sfondo sessuale ai danni delle donne sono quasi raddoppiati negli ultimi 4 anni. Erano 15 nel 2019, mentre i dati del 2022 non sono ancora completi, in quanto si fermano ai primi 10 mesi dell'anno.

Aggressioni sessuali raddoppiate in un anno

Aumenta anche la percentuale delle aggressioni sessuali sul totale, nel 2022 pari al 24%, 26 donne vittime di violenza sessuale su 110 che l'Ospedale ha curato per violenze di altro tipo. Percentuale raddoppiata rispetto al 12% del 2021, quando le donne oggetto di aggressioni sessuali sono state 20 su 172 vittime di violenze e abusi.

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Violenza donne, a Napoli monumenti illuminati

Piazze e monumenti illuminati di rosso oggi contro la violenza sulle donne. Piazza Municipio, Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli, e il Maschio Angioino, dove si trova la Sala dei Baroni, nella quale si riunisce il consiglio comunale, si sono accesi di rosso per testimoniare l'impegno delle istituzioni contro gli abusi di genere. Sempre in piazza Municipio sono state poste 104 sagome nere in ricordo delle donne uccise quest'anno.

Al Cardarelli 110 donne picchiate

L’ospedale Cardarelli nei primi dieci mesi del 2022 ha assistito 110 donne che sono state oggetto di violenza; in 26 di questi episodi l’aggressione è stata di natura sessuale. Questi dati risultano estremamente allarmanti, anche alla luce delle serie storiche che l’ospedale napoletano ha registrato negli ultimi tre anni. Dal 2020 in poi, infatti, ogni anno la percentuale di aggressioni sessuali sul totale di quelle registrate a danno delle donne oggetto di violenza recatesi al Cardarelli è raddoppiata; nel 2020 erano il 6% sul totale, nel 2021 il 12%, nei primi dieci mesi del 2022 hanno raggiunto il 24%.

Accordo col Santobono per assistere le bimbe

Per Claudio Santangelo, Direttore dell’UOC Ginecologia ed Ostetricia del Cardarelli “Nel nostro reparto ci siamo organizzati per gestire con la massima delicatezza e riservatezza questi drammatici casi. Abbiamo anche definito un protocollo operativo con il Santobono per prendere in carico insieme le bambine che, a causa di una violenza sessuale, richiedano l’intervento di ginecologi in un contesto pediatrico. Siamo molto colpiti dalla crescita di questo fenomeno che interessa molto di più i giovani ma risulta trasversale a tutte le fasce sociali”.

Il Cardarelli di Napoli vanta una lunga esperienza nella presa in carico delle pazienti nel “percorso rosa”, la linea di assistenza in emergenza dedicata alle donne oggetto di violenza. Dal 2016 ad oggi sono circa 1200 le donne che sono state prese in carico dal personale sanitario del Pronto Soccorso e che hanno richiesto cure mediche a seguito di episodi violenti a loro carico.

"Arrivano donne con ematomi e fratture"

Per Fiorella Paladino, Direttore dell’UOC Pronto Soccorso ed OBI “Il personale del nostro Pronto Soccorso è formato e sensibilizzato per la presa in carico delle donne oggetto di violenza. Quasi sempre queste pazienti al loro arrivo non dichiarano subito la vera natura dell’episodio che le ha portate da noi. Echimosi, fratture, traumi o stati d’ansia vengono attribuiti ad incidenti domestici o stradali e da stress da lavoro.

"La capacità e l’esperienza del nostro personale fanno sì che queste nostre pazienti riescano ad uscire da quella cappa di solitudine in cui vivono e si aprano denunciando l’accaduto. Da quel momento in poi ci avvaliamo di percorsi di collaborazione già tracciati con la magistratura, le forze dell’ordine e l’associazione Dafne che è presente nel Cardarelli e ci supporta nel redigere un referto psicologico e affiancare la paziente.”

I lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso attualmente in corso prevedono la valorizzazione e ridefinizione del percorso rosa destinato alle donne che si rivolgono al Cardarelli a seguito di violenze. Dice Antonio d’Amore, Direttore Generale del Cardarelli “Il Pronto Soccorso è la prima porta di connessione tra l’ospedale e la città. L’esperienza importante maturata dalla nostra struttura nella presa in carico delle donne oggetto di violenza deve essere valorizzata e tutelata. Per questa ragione abbiamo considerato nella ridefinizione degli spazi dell’emergenza un percorso dedicato che garantisce la giusta privacy alle pazienti”.

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I centri anti-violenza del Comune

Nel pomeriggio, presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, l'Assessora Emanuela Ferrante, insieme alle associazioni operanti sul territorio, ha reso noti i drammatici dati delle richieste di aiuto che le donne hanno rivolto ai 6 Centri Antiviolenza del Comune di Napoli nell'anno 2022:

“È stato un momento di riflessione, di condivisione e di confronto tra enti ed associazioni – ha dichiarato l’Assessora Ferrante – per delineare il percorso e le azioni di un piano strategico trasversale che veda tutti coinvolti nella battaglia contro ogni forma di violenza di genere ed uniti nello sforzo di accompagnare le donne verso una condizione di autonomia e di dignità”. “Più di 400 donne in 12 mesi significa più di una donna che denuncia al giorno – ha proseguito l’Assessora Ferrante – ed il numero di quelle che vengono a denunciare ed a chiedere aiuto è comunque molto inferiore rispetto a quelle che ne avrebbero realmente bisogno. Il dato è davvero sconfortante e quindi dobbiamo mettere in atto una strategia che possa essere molto più incisiva e che passa sicuramente dai nostri ragazzi che devono sapere quello che accade in un paese che dovrebbe essere civile che evidentemente, guardando questi numeri, non lo è".

Per Rosa Di Matteo, Coordinatrice Centri Antiviolenza di Napoli,

“Dopo due anni di chiusura a causa della pandemia, in circa un anno di lavoro abbiamo accolto 406 donne e c'è poi un altro centro di accreditato che lavora su Scampia che ha accolto 48 donne. Si tratta di un dato molto preoccupante, le donne che arrivano ai Cav sono per lo più disoccupate e il dato che sconforta di più è che ci sono 650 figli di cui il 60% sono minorenni. Abbiamo quindi una grossa fascia della violenza cosiddetta ‘assistita' che richiede l’attenzione nostra e delle istituzioni. C'è bisogno che i centri antiviolenza lavorino con continuità, i dati dimostrano che sono enti centrali nel contrasto alla violenza, il luogo in cui si acquisisce consapevolezza della condizione in cui si vive. É fondamentale quindi che non chiudano e che le donne sappiamo che ci sono posti sicuri dove poter andare”.

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