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Covid 19

A Caserta sospesi medici e sanitari no vax: senza vaccino rischiano il licenziamento

Sospesi medici e sanitari no vax nel territorio dell’Asl di Caserta: senza vaccino, rischiano ora il licenziamento. Lieve aumento della curva dei contagi, il tasso di positività nelle ultime 24 ore è del 5,84% (poco più del doppio di quella nazionale). Quasi 1.300 i morti da inizio pandemia, in un anno e mezzo si è infettato il 7,5% dell’intera popolazione casertana.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Medici e personale sanitario ancora senza vaccino Covid per scelta: a Caserta, l'Azienda Sanitaria Locale ha firmato nuovi provvedimenti di sospensione per chi nonostante tutto continua ad opporsi alla vaccinazione mettendo a rischio sé stesso e gli altri. I provvedimenti sono stati firmati dal direttore sanitario Ferdinando Russo, ed ora per il personale no vax dell'Asl casertana si pone davanti la scelta: o sottoporsi al vaccino, oppure rischiare il licenziamento da parte dell'azienda sanitaria. Azioni disciplinari che stanno colpendo in tutta Italia coloro che, pur dovendo essere in prima linea contro il Coronavirus, non intendono sottoporsi al vaccino per scelta.

Intanto proprio nel territorio dell'Asl di Caserta si è registrato un lieve aumento dei casi nelle ultime 24 ore: su 274 tamponi analizzati, sono emersi 16 nuovi positivi a CoViD-19, con un tasso di positività pari al 5,84% (poco più del doppio di quella nazionale) e che portano il totale a 1.044 casi attualmente positivi. In totale, il territorio del Casertano ha fatto registrare 69.260 casi da inizio pandemia, con 1.298 decessi: vale a dire che quasi il 2% dei casi accertati di infezione da Covid è deceduto nella provincia casertana, che contava all'ultimo censimento ben 922.965 residenti. Di fatto, il 7,5% di essi ha contratto il Covid e di questi l'1,87% vi è deceduto. Numeri che confermano come l'ex Terra di Lavoro, scorporata dalla provincia di Napoli nel 1945, sia una delle zone più colpite dalla pandemia della Campania e di tutto il Meridione, soprattutto negli ultimi dodici mesi ed in particolare la zona a ridosso della provincia di Napoli: meno colpita, invece, la zona del Matese.

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