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Mosul, iniziata la battaglia finale per cacciare l’Isis: elicotteri italiani in prima linea

Le nostre forze speciali soccorreranno i feriti della coalizione internazionale. La Casa Bianca precisa: “Non siamo noi a guidare l’offensiva”. LʼOnu: “Rischio scudi umani e uso di gas”
A cura di Biagio Chiariello
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All'offensiva per liberare Mosul dallo Stato Islamico partecipano anche i soldati italiani. Come evidenzia Il Corriere della Sera, infatti, i militari connazionali che attualmente si trovano a Erbil – 80 chilometri dal teatro di guerra – saranno impegnati nel cosiddetto ‘Personnel Recovery’, missione affidata a 130 incursori del 17° stormo dell’Aeronautica, che prevede il soccorso dei feriti della coalizione internazionale con quattro elicotteri militari da trasporto Nh-90 dell’Esercito scortati dagli elicotteri da attacco A-129 Mangusta armati di missili e cannoncini rotanti.

Operazione anti-isis durerà qualche settimana

"Questa operazione per riprendere il controllo della seconda città irachena continuerà probabilmente per settimane, forse più" ha spiegato in un comunicato il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione che combatte contro il gruppo jihadista in quella che è la sua ultima roccaforte. "Il tempo della vittoria è arrivato e le operazioni per liberare Mosul sono cominciate", ha affermato il premier iracheno Haider al-Abadi alla tv di Stato.   E rivolgendosi agli abitanti della regione: "Proclamo l'avvio dell'assalto vittorioso per liberarvi dalla violenza e dal terrorismo di Daesh".

USA: "Non siamo noi a guidare la coalizione"

Si tratta della più grande operazione militare in Iraq da quando le truppe americane hanno lasciato il Paese nel 2011. All’offensiva partecipano anche le forze irachene, appoggiate dai peshmerga curdi, e da milizie sciite. Ci sono anche circa 1500 combattenti sunniti iracheni, addestrati dalle forze turche. “Gli Usa non stanno guidando l'offensiva a Mosul”, ha voluto comunque precisare Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca, sostenendo che i militari USA presenti nell’area di Mosul “non hanno responsabilità” nella guida delle operazioni ma forniscono "consigli e assistenza", anche se sono equipaggiati per combattere.

ONU: "Rischio scudi umani e uso gas"

Forte preoccupazione è stata espressa dalle Nazioni Unite per la sorte di un milione e mezzo di civili a Mosul: si teme che "migliaia di loro possano ritrovarsi sotto l'assedio" delle truppe governative o diventare "scudi umani" nelle mani del Daesh. L'allarme è del sottosegretario per gli Affari umanitari, Stephen O'Brien, che fa appello " a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale".

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