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Morto Cavalli Sforza, lo scienziato che ricostruì la storia dei popoli attraverso i geni

Professore emerito dell’Università di Stanford, è morto nella notte a 96 anni nella sua casa di Belluno. Fu docente anche a Parma. Fu uno dei pionieri dello studio delle migrazioni umane attraverso la genetica. Suoi gli studi alla base della confutazione della teoria delle razze umane.
A cura di Giorgio Scura
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BELLUNO – È morto nella notte nella sua casa a Belluno, lo scienziato e genetista Luigi Luca Cavalli Sforza. Aveva 96 anni ed è passato alla storia per i suoi studi sulle migrazioni umane basati sulla genetica. Fu un pioniere di questo tipo di ricostruzioni storiche e dobbiamo a lui se è stato possibile confutare l'idea dell'esistenza di più razze umane. Nato a Genova, ebbe come maestro Giuseppe Levi a Torino, che tra i suoi discepoli vanta ben tre premi Nobel (Salvador LuriaRenato Dulbecco e Rita Levi Montalcini). Ma soprattutto era stato allievo di Adriano Buzzati Traverso, padre della genetica italiana e fratello dello scrittore Dino: la moglie di Cavalli Sforza, Alba Ramazzotti, era nipote dei fratelli Buzzati e ne aveva ereditato la casa bellunese in cui lo scienziato ha vissuto negli ultimi anni.

Ha dedicato la sua vita all'insegnamento, all'Università di Parma, ma anche in quella di Stanford, dove gli è stata riconosciuta la carica di professore emerito. È stato anche un notevole divulgatore promuovendo e partecipando a eventi e manifestazioni sulla storia dell'umanità.

Cavalli Sforza studiò soprattutto la genetica del moscerino della frutta e dei batteri, confrontando la diffusione dei geni con l’evoluzione culturale umana costruendo il primo albero genealogico dell'umanità basato non solo su dati biologici ma anche archeologici e linguistici. I risultati delle sue ricerche sono stati da lui stesso raccontati in alcuni best-seller della saggistica scientifica, tra cui il fondamentale Geni, popoli e lingue.

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