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Morto Antonio Megalizzi, il giornalista italiano ferito nell’attentato di Strasburgo

È morto Antonio Megalizzi, il 28enne di Trento ferito durante l’attentato al mercatino di Natale di Strasburgo, dove lavorava come giornalista radiofonico. Le sue condizioni sono apparse da subito disperate. I medici lo hanno definito inoperabile, dal momento che difficilmente avrebbero potuto estrarre il proiettile che lo ha colpito alla base del cranio.
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A cura di Ida Artiaco
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Antonio Megalizzi è morto. Non ce l'ha fatta il ragazzo italiano di 28 anni ferito gravemente durante l'attentato al mercatino di Natale di Strasburgo dello scorso 11 dicembre. La conferma è arrivata dalla Farnesina. Antonio, originario di Trieste, si era laureato a Verona ma lavorava nella cittadina francese come giornalista per una radio universitaria. Era in giro con due sue amiche quando è stato colpito alla testa da un colpo di pistola esploso dall'attentatore. Le sue condizioni sono da subito apparse gravi, poi è entrato in coma farmacologico da cui non si è più risvegliato. Accanto a lui la famiglia sua e quella della sua fidanzata Luana. È stato proprio il padre di quest'ultima, Danilo Moresco, a tenere costantemente informata la stampa italiana sullo stato di salute del ragazzo.

Numerose le reazioni del mondo politico. Il primo a commentare la morte del giornalista è stato il premier Giuseppe Conte: "È una notizia che ci rattrista molto. Un pensiero di grande affetto e molto commosso va alla sua ragazza, ci dobbiamo unire tutti in questo dolore", ha detto in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è invece intervenuto su Twitter: "Una preghiera per Antonio Megalizzi, l'impegno che non si muoia più così". Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di “una inaccettabile tragedia” e ha espresso la sua “profonda tristezza”. “Sono particolarmente vicino – ha aggiunto Mattarella – al dolore della famiglia, della fidanzata e degli amici del giovane reporter italiano vittima dell'odio criminale e del fanatismo propugnato dal sedicente Stato islamico”.

Il racconto delle amiche: "Killer ha mirato alla testa"

A raccontare per prime cosa era successo a Strasburgo la sera di martedì 11 dicembre sono state due amiche di Antonio, che erano con lui al momento dell'attacco. "Quell'uomo si è fermato, si è appoggiato al muro e ha preso la mira puntandoci la pistola alla testa. Era freddo, lucido", hanno detto Caterina Moser e Clara Stevanato, giovani studentesse universitarie. I tre stavano facendo una passeggiata per le strade della cittadina francese dopo un’intervista agli eurodeputati per Europhonica, il network di radio universitarie per cui lavorano, quando si sono imbattuti improvvisamente nel killer. Il bilancio è gravissimo: ci sono tre vittime e più di 15 feriti, tra cui anche Antonio, raggiunto alla base della testa da uno dei proiettili esplosi dall'attentatore, che secondo la polizia sarebbe il 29enne Cheriff Chekat, già noto alle forze dell'ordine per vari precedenti.

Il coma farmacologico e l'appello della famiglia

Le condizioni di Antonio sono subito apparse disperate. I medici hanno infatti chiarito che non avrebbero potuto operarlo per rimuovere il proiettile che lo aveva colpito alla base del cranio. A divulgare queste prime informazioni è stato Danilo Moresco, papà di Luana, la fidanzata del giornalista triestino, mentre i suoi genitori sono volati in Francia. Quella della sua famiglia è stata una vera e propria corsa il tempo, che li ha spinti a fare un appello disperato, chiedendo a qualche luminare di intervenire per salvare Antonio, nonostante la piena fiducia accordata ai medici francesi. "Ce la metterò tutta: ci vorrebbe una equipe di specialisti che possano andare a valutarlo. Dobbiamo trovare persone qualificate. È normale che sentirò anche la famiglia per capire ciò che pensano", aveva detto, ma purtroppo non è bastato.

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