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Morta Maritsa Mavrapidou, la “nonna di Lesbo” che allattava i neonati migranti

Maritsa Mavrapidou è morta all’età di 89 anni: divenne una delle figure simbolo di accoglienza e solidarietà dopo una foto che la ritraeva, insieme ad altre due anziane intenta ad allattare un neonato appena sbarcato da un gommone. “Noi abbiamo accolto i rifugiati perché anche noi discendiamo da rifugiati”.
A cura di Davide Falcioni
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Il suo impegno a favore dei migranti, soprattutto di donne e bambini, le era valso addirittura una candidatura al Premio Nobel per la Pace: Maritsa Mavrapidou, un'anziana signora dell'isola greca di Lesbo diventata celebre in tutto il mondo per una fotografia in cui lei ed altre coetanee allattavano con un biberon un neonato arrivato su una barcone di migranti, ha perso la vita ieri all'età di 89 anni.

Quell'immagine ritraeva Maritsa intenta a nutrire un piccolo immigrato e diventò uno dei simboli della solidarietà e dell'accoglienza, per di più in un paese – la Grecia – alle prese con le difficoltà della crisi economica. Proprio per questo l'anziana e le sue compaesane furono candidate al Nobel per la pace. "Noi abbiamo accolto i rifugiati perché anche noi discendiamo da rifugiati", raccontò Maritsa in un'intervista nel 2015, nel pieno della crisi migratoria greca, spiegando come anche la sua famiglia era giunta a Lesbo dalla Turchia, quando nel 1922 ci fu un traumatico scambio di popolazione tra i due paesi. Le tre anziane della fotografia trascorsero mesi, nel 2015, sulla costa dell'isola, assistendo i migranti come potevano, consegnando loro vestiti, latte e pane fatto in casa. "Se stavano male appena scesi dalle barche, li aiutavamo", disse Maritsa, "Ci comportavamo da esseri umani".

A scattare quell'iconica immagine fu il reporter greco Lefteris Partsalis: "Nonna Maritsa è diventata celebre grazie alle buone azioni fatte durante la crisi dei rifugiati di Lesbo, ma tutta la sua vita è stata contraddistinta dall'impegno e dalla solidarietà verso gli ultimi. Lascia a tutti noi una grande eredità di umanità e generosità. Spetta a noi ora seguire le sue tracce".

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