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Monica Busetto, due anni di carcere per un omicidio. Senza essere colpevole

Una condanna a ventiquattro anni e mezzo di galera per omicidio volontario pluriaggravato. Il calvario di Monica Bussetto, 53enne originaria di Mestre comincia durante le vacanze di Natale del 2012, quando venne ritrovato brutalmente assassinata Lida Taffi Pamio, sua vicina di casa. Quasi due anni di galera, poi improvvisamente la vera assassina confessa.
A cura di Charlotte Matteini
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Monica Busetto

"Hai visto che non sono stata io, papà?". Queste sono state le prime parole di Monica Busetto dirette al padre 80enne e pronunciate subito dopo la scarcerazione, riportate dal Corriere della Sera. Venti dicembre del 2012. Lida Taffi Pamio, un'anziana signora 87enne venne ritrovata deceduta nella sua casa di Mestre. Uccisa da 40 coltellate, come evidenzieranno i successivi rilievi della Scientifica. "Sono arrivati anche i vigili del fuoco e, quando è stata buttata giù la porta, immediatamente il medico del 118 si è reso conto di trovarsi di fronte ad un delitto. L’anziana era a terra in un lago di sangue. Visibili le due coltellate, una al collo e una al ventre. La casa era a soqquadro, ma per ora è difficile dire che si sia trattato di una rapina andata male. La polizia ha comunque trovato le stanze dell'appartamento a soqquadro, probabilmente ad opera dell'aggressore", scriveva Il Gazzettino all'epoca.

Circa un anno dopo, viene arrestata una sospettata: si tratta di Monica Busetto, vicina di casa della vittima. Dopo due anni arriva la prima sentenza: 24 anni e mezzo per omicidio volontario aggravato da crudeltà. Il movente è un mistero, vengono avanzate alcune supposizioni, ma i giudici sono comunque certi della colpevolezza della Busetto "al di là di ogni ragionevole dubbio". La prova regina: su di una collana spezzata ritrovata a casa della sospettata è stato ritrovato del Dna della vittima. "Una collanina spezzata su cui sarebbe stato trovato il Dna della vittima. I controlli degli investigatori hanno stabilito che la collanina era della vittima e che sarebbe quindi stata rubata dalla presunta assassina durante l'omicidio. Confermato poi il fatto che l'elemento scatenante dell'omicidio sarebbe l'odio della Busetto per gli anziani e alcuni dissapori fra le due donne che andavano avanti da parecchio tempo a causa della cura delle piante sul pianerottolo comune del condominio", riporta la cronaca dell'epoca. Gli avvocati della donna, Alessandro Dogliani e Stefano Busetto, e il perito di parte, Francesca Torricelli,  specialista in genetica medica e già consulente nel caso Meredith Kercher, sostengono che la traccia infinitesimale ritrovata su quella collana non sia altro che frutto di una contaminazione.

La Busetto sconta quindi due anni di galera, finché il 24 febbraio del 2016 irrompe un colpo di scena: sempre a Mestre, il 29 dicembre 2015 viene uccisa un'altra anziana, Francesca Vianello. Per questo delitto, il 31 dicembre viene arrestata Susanna Lazzarini, figlia della migliore amica d'infanzia della Vinello. Una lite finita male, per un prestito da 100 euro che la Lazzarini richiese alla vittima, ma che non aveva intenzione di restituire. I due omicidi apparentemente non sembrano affatto collegati, ma la Lazzarini poche settimane fa ha spontaneamente reso "una piena e circostanziata confessione" relativa all'omicidio di Taffi Pamio, supportata da successivi riscontri investigativi, auto-accusandosi e di fatto mettendo in dubbio le accuse che da due anni vengono mosse nei confronti  della Busetto. Scrive la Nuova Venezia:

La prima intuizione è degli avvocati difensori Alessandro Doglioni e Stefano Busetto: «Merito dei giornalisti», raccontano i legali, «che dopo l’arresto di Susanna Lazzarini avevano intervistato la madre, che aveva dichiarato: «Mi sono morte due amiche, assassinate». Ci siamo ricordati del suo nome particolare, Ninfea, e nelle 10 mila pagine degli atti del processo abbiamo trovato la sua testimonianza: la signora raccontava di aver vissuto nel condominio di viale Vespucci, dove abitava Lida Taffi Pamio, dal 1962 al 1994, di essere sua amica, di giocare con lei a tombola. Lì è nata Susanna Lazzarini. Possibile ci fossero due omicide in uno stesso condominio? Ne abbiamo parlato subito con la Alessia Tavarnesi titolare dell’omicidio Vianello: era un rischio, perché il caso era chiuso e nulla sapeva dell’indagine Pamio». La pm Tavarnesi contatta subito la collega D’Alessandro, che aveva “ereditato” da un altro pm (trasferito) il fascicolo Pamio, ottenendo dal Tribunale la condanna di Busetto, sulla base – soprattutto – di un’infinitesimale Dna dell’anziana, trovato dalla Polizia scientifica su una catenina d’oro spezzata, che l’infermiera teneva in un sacchetto con altre piccole gioie.

Grazie a queste dichiarazioni, pochi giorni fa Monica Busetto, in carcere da quasi due anni con una condanna a oltre 24, è stata scarcerata con obbligo di firma e dimora. La Busetto si è sempre dichiarata innocente, ma nonostante le dichiarazioni della Lazzarini, la Procura di Venezia non ha ancora scagionato l'imputata da tutte le accuse. "È ancora presto per dire che la signora Monica Busetto è stata scagionata dall'accusa di aver ucciso la signora Lida Taffi Pamio. Per il momento siamo di fronte ad una confessione che viene ritenuta seria e credibile, quella di Milly Lazzarini, la quale ha dichiarato di essere la vera responsabile di quel delitto. Ma è ancora in piedi la sentenza di primo grado che ha condannato Monica Busetto sulla base di solide prove: quell'impianto accusatorio non è stato ancora smontato o scalfito. La valutazione spetta alla Corte d'Assise", scrive il Gazzettino riportando le dichiarazioni della Procura di Venezia. «Siamo al servizio della collettività per accertare la responsabilità della giustizia umana che, appunto, è umana e fa di tutto per non sbagliare: va apprezzato il grande senso di responsabilità dimostrato», ha dichiarato il procuratore generale Antonino Condorelli.

La parola "fine" non è ancora possibile scriverla in calce al racconto di questa vicenda giudiziaria, quello che però conta adesso è che Monica Busetto potrà partecipare alle udienze d'appello da donna libera. La Procura intanto indaga, questa volta anche a favore di quella che fino a qualche settimana fa era considerata l'unica sospettata e presunta omicida di Lida Taffi Pamio.

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