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Perché il vigile picchiato e disarmato da alcuni ragazzi aveva la pistola carica in pugno? Tutti i dubbi

Il Comune di Milano ha fornito chiarimenti sull’aggressione all’agente della polizia locale picchiato e disarmato da un gruppo di ragazzini nella notte tra venerdì e sabato. Tanti sono però i punti ancora poco chiari: perché il vigile aveva la pistola carica in pugno?
A cura di Francesco Loiacono
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In una nota il Comune di Milano ha fornito chiarimenti sulla dinamica del grave episodio avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in viale Coni Zugna, zona Darsena. Parliamo dell'aggressione ai danni di un 61enne agente della polizia locale in borghese, in servizio anti-vandalismi, da parte di un gruppetto formato da almeno quattro ragazzi. L'episodio si è concluso con lievi contusioni per l'agente, medicato in ospedale e poi dimesso, e con i responsabili dell'aggressione che sono fuggiti ma in parte sono stati identificati: tra di loro ci sono alcuni maggiorenni in trasferta nel capoluogo lombardo da fuori regione, di cui almeno uno di Bolzano.

La ricostruzione del Comune

"La notte di sabato, intorno all'1.45, una pattuglia della Polizia locale in borghese ha subìto un'aggressione da parte di un gruppo di persone – recita la nota di Palazzo Marino -. La pattuglia era in zona viale Coni Zugna per un normale servizio di controllo di tipo informativo perché nei giorni precedenti alcuni cittadini avevano segnalato atti di vandalismo alle auto parcheggiate". La nota prosegue così: "I fatti: uno dei due agenti, intento a osservare un gruppo di ragazzi, viene da questi avvicinato e accerchiato. L’agente si qualifica e, continuando ad essere accerchiato, esplode un colpo in aria per farli allontanare. L’agente prova a risalire in auto, ma viene aggredito da alcuni componenti del gruppo. Dopo una colluttazione i ragazzi riescono a sottrarre l’arma di servizio all’agente che prova a difendersi e a resistere all’aggressione. Durante la colluttazione è stato esploso accidentalmente un colpo di pistola senza conseguenze per nessuno. Nel mentre il secondo agente di pattuglia allerta la Centrale Operativa e sopraggiungono altre due pattuglie. Il gruppo si dà alla fuga e abbandona l'arma gettandola sotto un'auto parcheggiata. Tutto dura pochi minuti".

La dinamica della vicenda lascia qualche dubbio

Quello che la nota della polizia locale non chiarisce, tuttavia, è se l'agente della polizia protagonista suo malgrado della vicenda subirà un'inchiesta per come ha utilizzato la pistola d'ordinanza. Dai filmati diventati virali sui social, che riprendono la scena solo da un certo punto in avanti, si vede infatti che il "ghisa" aveva già la pistola in pugno quando è stato affrontato dai ragazzi. L'arma era carica: i video mostrano l'agente sparare un colpo in aria quando uno dei ragazzi gli sottrae il berretto. A quel punto nasce una pericolosa colluttazione con i ragazzini che cercano – e poi vi riusciranno – di disarmare il vigile, durante la quale parte un secondo colpo accidentale che fortunatamente finisce per terra senza ferire nessuno.

Perché l'agente aveva la pistola carica in pugno?

Tante le domande che sorgono guardando a freddo il filmato: il pericolo che correva l'agente era tale da giustificare il fatto di aver tirato fuori la pistola, per di più carica? E ancora: l'agente ha agito correttamente esplodendo un colpo in aria dopo il "furto" del berretto? Proprio quest'ultimo sparo, che probabilmente nelle intenzioni del vigile doveva mettere in fuga gli aggressori, li ha invece aizzati ancora di più, portandoli a una pericolosa colluttazione che avrebbe potuto causare feriti o anche morti. Stante che le responsabilità dei giovani protagonisti dell'aggressione sembrano lampanti – e saranno accertate dalle autorità competenti -, il modo in cui l'agente ha affrontato il gruppetto di giovani lascia più di qualche dubbio, che il sindaco Sala o il comandante della Polizia locale dovrebbero chiarire.

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