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Vaccini Lombardia, protesta dei medici in pensione contro il Governo: “Paghiamo per lavorare”

“Piuttosto che pagare per lavorare, preferisco fare attività a titolo gratuito invece di rinunciare alla pensione”. Così Carlo Staudacher, ex primario di Chirurgia generale del San Raffaele di Milano, in una lettera inoltrata all’Asl di Melegnano, per protestare contro la sospensione della pensione nel periodo in cui i medici tornano in servizio per aiutare nella campagna di vaccinazione.
A cura di Filippo M. Capra
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I medici in pensione che vengono contrattualizzati per la campagna vaccinale non ricevono momentaneamente la pensione. Questo quanto dice un emendamento del decreto-legge 2/2021 dello scorso 12 marzo. Tale norma è stata giudicata insensata dall'Enpam. Sono tanti quindi i medici che hanno deciso di non proseguire nella mansione, mentre altri hanno denunciato quanto sta accadendo. Tra questi, Carlo Staudacher, ex primario di Chirurgia generale del San Raffaele di Milano, che in una lettera inoltrata all'Asl di Melegnano ha scritto: "Piuttosto che pagare per lavorare, preferisco fare attività a titolo gratuito invece di rinunciare alla pensione".

Ex primario San Raffaele: Ho segnalato il problema alla Moratti

Il medico di 77 anni, figlio di Vittorio Staudacher, considerato il padre della chirurgia d'urgenza in Italia, ha prestato servizio nelle vesti di vaccinato "ovunque mi abbiano mandato, da Trezzo, a Melzo, a Cernusco, lavorando 8 ore al giorno per 5 giorni, sabato e domenica compresi". In un'intervista rilasciata all'Ansa, Staudacher spiega: "Sono un medico non potevo stare a vedere migliaia di morti senza fare nulla". Come detto, però, molti colleghi hanno "lasciato perdere, e tanti altri lo faranno – ha detto Staudacher – perché in un provvedimento per contrastare l'epidemia hanno messo un vincolo che è gravemente disincentivante". L'ex primario del San Raffaele, che conosce da molto tempo l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti, ha detto di averla contattata "per spiegarle il problema". In risposta, ha detto ancora il medico all'Ansa, il vice presidente lombardo gli ha comunicato che "chiederanno al governo una modifica ma i tempi sono lunghi".

"È una questione di dignità"

Staudacher ha poi tenuto a sottolineare che "non è una questione di soldi ma di dignità. Io prendo ora il compenso di 44 anni di attività e ho ovviamente dato la mia disponibilità per un'emergenza così importante. Ma – ha poi concluso – se mi ammalo, ora non percepisco nulla e la differenza tra pensione e contratto co.co.co. è un importo che il medico paga allo stato per fare le vaccinazioni".

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