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Covid 19

Udienza civile per le vittime Covid: “Conte, Speranza e Fontana si assumano le loro responsabilità”

Il 14 aprile dovrebbe svolgersi, presso il Tribunale di Roma, il procedimento civile delle vittime del Covid-19 intentato contro l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: “Le 500 persone che hanno deciso di prendere parte a questo procedimento non lo fanno per avere un risarcimento del danno, ma perché vogliono che le Istituzioni si assumano la responsabilità delle omissioni che hanno portato alla morte dei loro cari”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Le cinquecento persone che hanno deciso di prendere parte a questo procedimento civile non lo fanno per avere un risarcimento del danno, anche se ne avrebbero diritto, ma perché vogliono che le Istituzioni si assumano la responsabilità delle omissioni che hanno portato alla morte dei loro cari": a dirlo a Fanpage.it è l'avvocato Consuelo Locati che rappresenta le circa cinquecento famiglie delle vittime del Covid-19 nella causa civile intentata contro l'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. La prima udienza dovrebbe svolgersi il 14 aprile al Tribunale di Roma. A tutti loro si contestano delle omissioni (come la riapertura dell’ospedale di Alzano il 23 di febbraio e la mancata tempestiva chiusura dei comuni di Alzano e Nembro) relative alla gestione della prima ondata della pandemia.

Avvocato, quanto c'entra il procedimento civile con l'inchiesta della Procura di Bergamo?

La causa civile può essere affiancata a quella penale. Nel primo caso si va a colpire le responsabilità delle Istituzioni, nel secondo invece quelle penali delle singole persone.

Quali violazioni di legge avete rilevato nel procedimento civile?

Sono state rilevate violazioni di legge sia a livello centrale (Presidenza del Consiglio e ministero della Salute) sia a livello regionale e quindi rispetto a Regione Lombardia. In questo particolare caso, ci si riferisce: alla violazione di quanto disposto dal piano regionale che prevedeva – in caso di trasmissione del virus – di isolare il caso, procedere con il tracciamento dei contatti e attivare la sorveglianza attiva. A questa violazione si affiancano le omissioni relative alla mancanza di dispositivi di protezione individuale o la carenza di posti letto negli ospedali. Un'altra violazione riguarda la delibera dell'8 marzo.

Cosa prevedeva quella delibera regionale?

La delibera stabiliva che – pena l'accreditamento – i pazienti Covid dimessi dagli ospedali, ma non ancora negativizzati, potevano essere trasferiti in Residenze sanitarie assistenziali. Di fatto si diceva che i pazienti dovevano essere trasferiti in strutture separate alle Rsa, ma non tutte erano attrezzate in tal senso. Inoltre i medici che dovevano assistere quei pazienti in molti casi erano deputati anche a seguire gli ospiti delle Rsa e quindi ciò significa che potevano essere diffusori inconsapevoli. A questa delibera si aggiunge quella di fine marzo che impediva ai medici di medicina generale di andare nelle case dei pazienti quanto presentavano sintomi Covid e che quindi contraddiceva e contrastava quanto diposto nelle linee guide dell'Oms di fine 2019.

A livello nazionale invece quali responsabilità ci sono?

Facciamo riferimento al mancato adeguamento del piano pandemico del 2006 e anche a quanto trasmesso alle istituzioni internazionali dalla stessa Italia dove era stata fatta una valutazione con il massimo dei voti e dove si sosteneva che il Paese era pronto ad affrontare la pandemia.

Cosa pensa del verbale segreto della riunione del 2 marzo tra l'ex presidente del Consiglio Conte e il Comitato tecnico scientifico?

Quella è una cosa gravissima che conferma come la mancata istituzione della zona rossa sia stato frutto di una scelta. Dal 23 febbraio al 2 marzo già la gente moriva e poi dal 3 al 9 marzo la gente ha continuato a morire. Tutti lo sapevano. In quel verbale è evidente che era stata rilevata la pericolosità.

La presidenza del Consiglio, il ministero della Salute o la Regione si sono costituite?

Al momento no. La procedura civile dispone che venti giorni prima dell’udienza le controparti si possono costituire per rilevare dei vizi e per avanzare domande alle persone che hanno chiamato in causa. Presumibilmente si costituiranno. Hanno tempo fino al giorno prima dell'udienza.

Quante persone hanno preso parte al procedimento civile e cosa chiedono?

Sono circa 500 famiglie: la legge italiana prevede che nel momento in cui uno contesta di aver subito un danno, deve quantificare il danno subito. Ogni parente, a seconda del parametro stabilito dal tribunale di Roma, ha diritto al suo risarcimento. Tutti loro però non l’hanno fatto per avere un risarcimento del danno, anche se avrebbero diritto di agire solo per quello considerato quello che hanno subito. Tutti noi vogliamo che le Istituzioni si assumano la responsabilità delle omissioni e degli atti compiuti che hanno portato alla morte. Chiederemo anche una legge di indennizzo per i parenti scomparsi.

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