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Stuprò una donna in strada a Milano, incastrato dopo 14 anni grazie al Dna

Un caso di violenza sessuale e rapina avvenuto a Milano è stato risolto dopo quattordici anni grazie alla corrispondenza del Dna trovato all’epoca sulla scena del crimine con il tampone salivare di un uomo detenuto nel carcere di San Vittore. Era l’alba del 20 agosto 2006 quando la vittima, una donna di 41 anni, aveva chiesto aiuto dopo essere stata stuprata per strada. L’autore dell’aggressione era rimasto finora impunito.
A cura di Simone Gorla
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Incastrato dopo 14 anni grazie al Dna rimasto su alcuni mozziconi di sigaretta. È stato trovato così il responsabile di uno stupro avvenuto in strada a Milano nel 2006. Un cittadino algerino di 49 anni, già detenuto nel carcere di San Vittore, è stato così accusato di violenza sessuale e rapina. Il sistema della Banca dati nazionale ha permesso di trovare la corrispondenza dopo tutti questi anni con il Dna trovato sul tampone salivare fatto al detenuto nel carcere di San Vittore. Il caso, rimasto finora irrisolto, è stato così riaperto.

La vicenda risale al 20 agosto del 2006. Attorno alle sei di mattina una donna di 41 anni si era presentata in lacrime e sotto choc alla clinica Mangiagalli per chiedere aiuto. Aveva raccontato di essere stata aggredita mentre andava alla fermata del bus, diretta al lavoro. L'uomo l'aveva avvicinata con una scusa, poi afferrata e trascinata in una zona deserta. Sotto la minaccia di una pietra, era stata costretta a spogliarsi e quindi violentata. Prima di fuggire, lo stupratore le aveva portato via soldi, cellulare e una catenina d'oro.

Le indagini dei carabinieri, supportati dal Ris di Parma, avevano permesso di recuperare un profilo di Dna maschile, lo stesso emerso dalle tracce biologiche sul tampone vaginale della vittima. In seguito, però, non fu mai trovata nessuna corrispondenza valida. Infine l'inchiesta venne archiviata. Fino al 30 novembre del 2020, quando è stato accertato il "match" con il tampone del detenuto. È scattata quindi la notifica in carcere dell'ordinanza di custodia cautelare all'uomo, un senza fissa dimora, irregolare in Italia e con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

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