62 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Donna violentata e rapinata mentre va al lavoro a Milano: dopo oltre 14 anni arrestato il responsabile

All’alba del 20 agosto del 2006 una donna all’epoca 41enne venne stuprata e rapinata a Milano, mentre stava andando al lavoro. Dopo oltre 14 anni il presunto responsabile è stato individuato e arrestato: un campione del Dna identificato all’epoca sul luogo del delitto è infatti risultato corrispondente con quello di un uomo che era finito in carcere per un altro reato. La corrispondenza ha fatto riaprire le indagini, che si sono concluse questa mattina con l’arresto del presunto responsabile.
A cura di Francesco Loiacono
62 CONDIVISIONI
Foto di repertorio
Foto di repertorio

Sono serviti oltre 14 anni per risolvere un caso di stupro e rapina che aveva visto vittima una donna a Milano. Quattordici lunghi anni durante i quali le indagini erano state archiviate, salvo poi essere riaperte quando, lo scorso 30 novembre, era spuntata una traccia di Dna compatibile con quelle che erano state individuate sul luogo del crimine. E così questa mattina un uomo di 49 anni, senza fissa dimora, è finito carcere con le accuse di violenza sessuale e rapina, entrambi aggravati.

Lo stupro e la rapina risalgono al 20 agosto 2006

I fatti risalgono al 20 agosto del 2006: una donna allora 41enne si era presentata alla clinica Mangiagalli di Milano denunciando di essere stata aggredita, violentata e rapinata da un uomo mentre stava andando al lavoro. L'aguzzino, con la scusa di chiederle l'ora, l’aveva afferrata per le braccia e le aveva messo una mano davanti alla bocca per impedirle di chiedere aiuto. Poi l’aveva trascinata con violenza in un’area dismessa dove, minacciandola con una grossa pietra, l’aveva costretta a spogliarsi e l'aveva stuprata ripetutamente. Infine le aveva sottratto una catenina d’oro, 20 euro e il telefono cellulare, prima di far perdere le proprie tracce. Nel corso del sopralluogo e delle indagini i carabinieri del Nucleo operativo e della Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale di Milano avevano isolato alcuni mozziconi di sigaretta, uno dei pendenti che indossava la donna, il sasso utilizzato per minacciarla e un capello nero. Da questi reperti, dai tamponi vaginali e dai vestiti indossati dalla vittima i Ris di Parma (Reparto investigazioni scientifiche) avevano estratto un profilo di Dna maschile, appartenente alla stessa persona. L'assenza di ulteriori elementi indiziari aveva però portato all'archiviazione del procedimento penale.

Il responsabile individuato grazie alla Banca del Dna

Il presunto responsabile della violenza l'ha fatta franca per 14 anni: lo scorso 30 novembre, però, i Ris di Parma hanno comunicato che la Banca dati nazionale del Dna (istituita con la Legge n.85 del 30 giugno 2009 ma diventata operativa solo a gennaio 2017) ha accertato un "match", ossia una concordanza positiva, tra il profilo Dna maschile individuato sulla scena del crimine e quello di un uomo finito in carcere a San Vittore nel 2017 e poi scarcerato. Le indagini sono così state riaperte, coordinate dal Procuratore aggiunto della Repubblica Maria Letizia Mannella e dirette dal Sostituto procuratore Alessia Menegazzo. Dopo altri anni di ricerche, il presunto responsabile dello stupro e della rapina è stato individuato: si tratta di un cittadino algerino senza permesso di soggiorno e con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano Tommaso Perna ha emesso nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dal Nucleo operativo della Compagnia carabinieri Milano Porta Monforte. Dopo 14 anni, la vittima della violenza potrà avere giustizia.

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views