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Studio con test sierologici su bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni: parte lo screening a Lodi

Partirà a breve a Lodi un’indagine con test sierologici su bambini e adolescenti di età dai 4 ai 16 anni, appartenenti a nuclei familiari nei quali sia stata accertata la presenza di almeno una persona che sia stata affetta da coronavirus. La partecipazione sarà su base volontaria. La campagna nasce da un accordo tra il Comune di Lodi e l’Università degli Studi di Milano.
A cura di Simone Gorla
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Un'indagine sierologica su bambini e adolescenti dai 4 ai 16 anni partirà nei prossimi giorni a Lodi e riguarderà giovani in nuclei familiari nei quali sia stata accertata la presenza di almeno una persona che sia stata affetta da coronavirus.

Il progetto, che prevede uno screening con adesione su base volontaria, è stato sviluppato in base a un accordo siglato tra il Comune di Lodi e la scuola di specializzazione in ortognatodonzia dell'Università degli Studi di Milano. Per chi accetterà, i test saranno effettuati in uno dei locali del Comune in totale riservatezza, la ricerca si svilupperà su 12 mesi e i test sierologici potrebbero, poi, venir replicati.

Dopo i mesi dell'emergenza e il periodo della fase-2, in Lombardia si studiano ora gli effetti del virus nei territori più colpiti. Si è concluso da poco lo screening che ha coinvolto i paesi della bassa Val Seriana, dove quasi metà della popolazione testata ha nel sangue gli anticorpi da covid, segno che la diffusione della malattia è stata larghissima. A Cremona sta per partire invece la prima sperimentazione volontaria con il vaccino in via di sviluppo allo Spallanzani di Roma.

La Lombardia, con un ‘Piano operativo’ varato oggi dalla giunta regionale, intanto ha aggiornato le azioni anti Covid sul territorio. Tra le novità, le segnalazioni alle Ats arriveranno da datori lavoro, oltre che da medici di base e pediatri. Questi potranno prenotare direttamente il tampone e, assicura l’assessore Gallera, “la diagnosi dovrà avvenire entro 48 ore dalla segnalazione”. Previste campagne di screening per le categorie di lavoratori più a rischio, tra cui quelli del comparto agricolo, alberghiero/ricettivo, della ristorazione, nei poli logistici di distribuzione, nel trasporto pubblico, nell'assistenza al domicilio di soggetti anziani/fragili.

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