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Milano, al via lo sfratto dello storico centro sociale Leoncavallo: polizia sgombera lo stabile occupato

I poliziotti sono entrati nello storico centro sociale Leoncavallo di via Watteau a Milano. Lo sgombero era atteso da vent’anni e ha visto 133 rinvii. Gli attivisti: “Ci stanno sgomberando, accorrete”.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it
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Lo storico centro sociale Leoncavallo di via Watteau nel quartiere Greco a Milano è in fase di sgombero. Lo sfratto è scattato nella mattinata di oggi, giovedì 21 agosto, quando gli agenti della Questura sono entrati all'interno dello stabile occupato con l'ufficiale giudiziario. Le operazioni della polizia di Stato sono in corso, al momento non si registrano criticità o disordini. "Ci stanno sgomberando, accorrete", hanno scritto gli attivisti sui propri profili social.

Lo sgombero dopo 133 rinvii

Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo, di cui si attendeva il nuovo tentativo a settembre dopo l'ennesimo rinvio, è entrato stamattina nella fase esecutiva. A richiederlo è stata la proprietà dell'immobile, la società ‘L'Orologio srl' del Gruppo Cabassi, ed era atteso dal 2005. Un'operazione che ha subito 133 rinvii in vent'anni. Si tratta di un edificio diventato negli anni uno spazio pubblico autogestito da associazioni, gruppi e collettivi dal 1994 e per il quale il 29 ottobre 2024 il ministero dell'Interno è stato condannato a risarcire per oltre 3 milioni di euro ai proprietari dell'area per il mancato sgombero. "È uno sfratto esecutivo. Avremo 30 giorni per trovare un accordo con la proprietà per prendere un po' di cose", hanno dichiarato le Mamme Antifasciste del Leoncavallo, "è una tragedia".

Foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it
Foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it

L'ultimo rinvio per lo sgombero del centro sociale Leoncavallo risale al 15 luglio scorso, quando è stato riprogrammato alla data del 9 settembre. Stamattina, a sorpresa, gli agenti si sono presentati davanti allo stabile con i rappresentanti della proprietà, anticipando lo sfratto. Da alcuni mesi le società che gestiscono il centro, in particolare le Mamme Antifasciste, hanno avviato una trattativa con il Comune di Milano per ottenere una nuova struttura in via San Dionigi, in zona Porto di Mare.

L'avvocato Mazzali: "Dobbiamo capire se lo sgombero è legittimo"

Per Mirko Mazzali, legale del Leoncavallo, il provvedimento con il quale la Questura ha disposto lo sgombero sarebbe "anomalo". Secondo l'avvocato, intervistato da Agi, "le forze dell'ordine sarebbero dovute arrivare il 9 settembre, come indicato dall'ufficiale giudiziario, ma hanno anticipato a oggi con un'ordinanza del questore. Bisogna capire la ragione e su quali presupposti è stato fatto". Per Mazzali, inoltre, "ripetere dopo 40 anni un nuovo sgombero ad agosto non è un'idea felice e dimostra debolezza".

Le reazioni della politica

"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent'anni quell'immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell'occupazione", ha dichiarato Matteo Piantedosi, ministero dell'Interno: "Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall'inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4mila immobili. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti".

"Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!". Ha commentato in questo modo la notizia dello sgombero del Leoncavallo il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini sui suoi profili social. Dichiarazioni a cui hanno fatto seguito quelle di Silvia Sardone, vice segretario della Lega e consigliera comunale di Milano, che ha descritto il centro sociale come "covo di delinquenti e ritrovo di illegalità e abusivismo da decenni. Ora il Comune non osi concedere, con bandi di favore, uno spazio pubblico a questi criminali come purtroppo successo con il Lambretta". Per Marco Osnato, deputato milanese di Fratelli d'Italia, lo sgombero è "un’ottima notizia", in quanto lo stabile di via Watteau "finalmente può essere restituito ai legittimi proprietari. Finisce così una delle pagine più tristi di violenza e sopraffazione nella nostra Milano".

Critico contro l'azione delle forze dell'ordine, invece, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinistra Italiana: "Questo è lo sgombero di chi non tollera la politica come organizzazione dal basso delle persone perché la concepisce solo come attività di supporto della speculazione e delle lobby", ha dichiarato. Rivolgendosi poi al segretario della Lega, il leader di Sinistra Italiana ha aggiunto: "Colpisce che oggi a festeggiare ci sia anche lo stesso Salvini che da giovane nel '94 lo difese da un altro tentativo di sgombero con un intervento in consiglio comunale: probabilmente all'epoca Salvini era ancora sensibile ai problemi dei giovani e delle persone comuni, oggi invece ad interessarlo sono solo i profitti delle grandi lobby". Per Marco Grimaldi, vicecapogruppo dei deputati AVS, "oggi si consuma l’ennesimo atto di violenza immobiliare, non ci stiamo a vedere Milano svuotata di senso, ridotta a vetrina per turisti e speculatori".

Per Riccardo Magi, segretario di Più Europa, "lo sgombero è una pura operazione di facciata di Meloni, Piantedosi e Salvini che non risponde a un bisogno di sicurezza ma solo alla propaganda securitaria di questa destra: se davvero tenessero agli immobili occupati, sgombererebbero subito Casapound a Roma. E invece i loro amici sono ancora lì, protetti da questo governo complice". Secondo Gaetano Pedullà, eurodeputato del Movimento 5 Stelle, "il blitz di questa mattina introduce un elemento di tensione nella città di Milano che era ampiamente evitabile. Chi ha deciso di far precipitare gli eventi? Quali sono le cause di questa urgenza?  Tutti impegnati a sgomberare un'area vuota. In una città, dove parte della classe dirigente è sotto inchiesta per corruzione, falso, conflitti di interesse e svilimento della cosa pubblica. Solo una destra ottusa e ideologica oggi può esultare".

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