video suggerito
video suggerito

La storia del Leoncavallo, il centro sociale frequentato da Matteo Salvini: dall’impegno politico ai concerti

Lo storico centro sociale “Leonka” dai movimenti operai post Sessantotto alla scena musicale underground: negli anni Novanta è stato il ritrovo di un giovanissimo Matteo Salvini, al tempo consigliere comunale a Milano. Lo spazio autogestito in via Watteau rischia lo sfratto il prossimo 10 dicembre.
A cura di Francesca Del Boca
46 CONDIVISIONI
Immagine

Per tutti, milanesi e non, è il "Leonka". Uno dei punti di riferimento della città in via Watteau, quartiere Greco, storico centro sociale che dal 1975 svolge attività politica e culturale in completa autogestione. Il prossimo 10 dicembre, a seguito di una sentenza del Tribunale civile di Milano che ha condannato il Viminale a risarcire oltre 3 milioni di euro alla proprietà dell'ex fabbrica occupata, l'ufficiale giudiziario tenterà di procedere allo sfratto.

La nascita nel 1975 in via Leoncavallo

La storia del Leoncavallo inizia il 18 ottobre 1975, quando un’area dismessa di 3600 mq, situata in via Leoncavallo 22 a Milano, quartiere Casoretto, viene occupata da un gruppo di militanti extraparlamentari provenienti da diverse esperienze interne a uno dei movimenti cittadini che caratterizzarono il Sessantotto italiano e locale, a due passi da quella che al tempo era la "Stalingrado d'Italia" ovvero l'area di Sesto San Giovanni e il nord-est milanese, ancora a fortissima caratterizzazione operaia.

Le attività culturali e i concerti punk

All'interno dello stabile vengono istituiti un asilo nido, una scuola materna, il doposcuola, la mensa popolare, il consultorio ginecologico e la scuola popolare per permettere ai lavoratori di prendere la licenza media. Il tutto accompagnato da svariate attività tra impegno civile, come i convegni sul movimento femminista, e cultura underground giovanile: ne sono un esempio i tantissimi concerti di gruppi come Sonic Youth, Scream e tanti altri artisti internazionali e non della nuova scena musicale indipendente punk. All’interno del Leoncavallo nascono inoltre corsi di fotografia, collettivi musicali e teatrali, laboratori di pittura, un'officina, una palestra, la sala cinema e il centro di documentazione.

Gli anni dell'eroina e l'omicidio di Fausto e Iaio a Milano

Immagine

Il 18 marzo 1978 in via Mancinelli vengono uccisi a colpi d'arma da fuoco Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, militanti del Leoncavallo impegnati in un'inchiesta sullo spaccio di eroina nella zona intorno a piazza Aspromonte nell'ambito di una più ampia operazione di contrasto alle droghe che il "Leonka" porta avanti negli anni della "Milano da bere", vera e propria emergenza sociale a Lambrate e dintorni. Il giorno dei funerali dei due ragazzi, ambedue 18enni, le fabbriche scioperano, e più di centomila persone si riversano in piazza Duomo. Le madri di Fausto e Iaio e altre donne del centro sociale danno vita al gruppo storico "Mamme del Leoncavallo".

Matteo Salvini e gli anni al Leoncavallo

Immagine

Dal 1994 il Leonka, però, è costretto a cambiare sede. Si trasferisce in via Watteau, zona Greco, dopo una serie di sgomberi promossi dal sindaco leghista Marco Formentini che in campagna elettorale aveva promesso di fare piazza pulita di quelli che oggi il vicepremier Matteo Salvini chiama "zecche comuniste", rintanate in "covi per delinquenti".

Lo stesso Salvini che in quegli anni, già giovanissimo consigliere comunale cittadino, difese a spada tratta i centri sociali e il Leoncavallo in particolare. "Conosco quei ragazzi, i violenti sono pochi. Nei centri sociali ci si trova per discutere, confrontarsi, bere una birra e divertirsi". E ancora. "Dai 16 ai 19 anni, mentre frequentavo il liceo Manzoni, il mio ritrovo era il Leoncavallo. Stavo bene, mi ritrovavo in quelle idee, in quei bisogni".

Le trattative con Giuliano Pisapia e lo sfratto del "Leonka"

Immagine

Dal 2000 la famiglia Cabassi, proprietaria della struttura di via Watteau, torna a chiedere di rientrare in possesso dell'immobile. Negli anni successivi viene più volte annunciato lo sfratto e lo sgombero, mentre le trattative proseguono con la mediazione dell'amministrazione comunale. Viene addirittura ipotizzata la costituzione di una cordata di "garanti", tra i quali la famiglia Moratti.

Le trattative si riaprono con il sindaco arancione (ex deputato di Rifondazione Comunista) Giuliano Pisapia, nel 2011. Fu previsto uno “scambio”: a fronte della cessione della sede di via Watteau, col quale si doveva risolvere l’annosa questione del Leonka, la società L’Orologio dei Cabassi avrebbe avuto l’assegnazione di una ex scuola comunale in via Zama, da ristrutturare e destinare a scopi commerciali. Ma non se ne fece niente, e il sindaco Sala non affrontò più l’argomento. I proprietari, stufi di aspettare, andarono per le vie legali chiedendo lo sfratto.

Il Leoncavallo oggi

Il Leoncavallo, oggi, resta ancora uno dei punti di aggregazione per i giovani in città. L'impegno politico degli occupanti ha lasciato insomma ampio spazio anche a concerti reggae, serate techno e feste frequentate anche da chi è molto lontano dalla militanza politica. "Siamo ancora occupanti", promettono intanto dal "Leonka", in vista dello sfratto del prossimo 10 dicembre.

46 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views