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Rt, incidenza e contagi: in Lombardia dati da zona arancione, ma ospedali ancora pieni

In Lombardia la curva dei contagi Covid è in calo da metà marzo, così come l’indice Rt e l’incidenza. Dati incoraggianti che fanno sperare in un passaggio in zona arancione dal 12 aprile. Ma l’epidemiologo Carlo La Vecchia, intervistato da Fanpage.it, avverte: “Sono numeri ancora alti e gli ospedali restano sotto stress”. In calo i decessi grazie ai primi effetti del vaccino.
A cura di Simone Gorla
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Immagine di repertorio
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In Lombardia i dati epidemiologici sul Covid-19 sono tutti in discesa o stabilizzati e fanno sperare in un passaggio in zona arancione da lunedì 12 aprile, ma resta allarmante la situazione degli ospedali, ancora fortemente sotto stress, e in particolare la percentuale di riempimento delle terapie intensive.

In Lombardia il picco di casi (considerando la media settimanale) è stato raggiunto attorno a metà marzo, con un valore poco sotto i 4.500 casi al giorno. "Ora siamo scesi sotto 3.500 casi al giorno e la previsione è che questa discesa continui, salvo ulteriori sorprese. Quindi a metà aprile potremmo arrivare sotto i 3mila casi al giorno di media", spiega il professor Carlo La Vecchia, docente di Epidemiologia alla Statale di Milano, intervistato da Fanpage.it, facendo il punto sull'evoluzione della terza ondata della pandemia.

Indice Rt, incidenza e contagi in calo: in Lombardia dati da zona arancione

L'incidenza in Lombardia è scesa a 240 casi per 100mila abitanti alla settimana (la media italiana è attorno a 230), quindi sotto la soglia di 250 che fa scattare la zona rossa. Anche l'indice Rt è in discesa: venerdì scorso si è fermato a 0.89, sotto il valore di allerta di 1.

Il rallentamento del contagio è evidente soprattutto nelle province più colpite. A Brescia, dove c'è stato un grande picco epidemico a febbraio, si registra un meno 16 per cento nella media settimanale dei contagi. A Milano il calo è del 15 per cento.

Ricoveri in calo, ma terapie intensive ancora piene

"Per quanto riguarda le terapie intensive, i ricoverati si sono stabilizzare nell'ultima settimana attorno ai 865 letti occupati, poco sotto il picco massimo della seconda ondata. Dovrebbero poi iniziare a scendere", prosegue l'epidemiologo dell'Università milanese. "Per quanto riguarda i degenti nei reparti ordinari, nell'ultima settimana siamo scesi da 7mila a circa 6.600 i ricoveri, un calo che riflette il cambiamento di trend nei nuovi casi positivi iniziato da metà marzo. Dopo due settimane si vede l'attesa stabilizzazione e il calo dei ricoveri.

Percentuale di riempimento dei letti nei reparti ospedalieri in Lombardia (dati Agenas)
Percentuale di riempimento dei letti nei reparti ospedalieri in Lombardia (dati Agenas)

Decessi in calo: meno morti per effetto dei vaccini

Migliora anche la curva dei decessi, che "si sono stabilizzati attorno ai 90 giornalieri nell'ultima settimana, con valori quasi dimezzati rispetto a novembre". Questo è un elemento positivo: La Vecchia fa notare che a fronte di numeri "ancora molto alti" e terapie intensive piene "ci molti meno decessi rispetto alla seconda ondata".

Il calo relativo dei morti rispetto ai contagiati e ai ricoverati "è dovuto in larga parte alla copertura vaccinale progressiva (seppur parziale) degli ultra 80enni, perché la gran parte dei morti è in quella fascia di età e anche coprendo con una dose la metà della categoria abbiamo evitato quasi il 40 per cento dei decessi". La svolta però arriverà solo quando tutta la popolazione dai 50 anni in su sarà coperta con la prima dose: a quel punto ci troveremmo nella situazione che vive oggi la Gran Bretagna, con ricoveri sotto controllo e poche vittime

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