Provoca un incidente, aggredisce il testimone per impedirgli di chiamare aiuto e scappa: tassista a processo

Un tassista di 62 anni è finito sotto processo con l’accusa di violenza privata dopo aver provocato un incidente stradale con la coupé guidata da una dirigente milanese e aver tentato di impedire a un testimone di allertare i soccorsi. La vicenda risale al pomeriggio del 14 ottobre 2021 e si è verificata in viale Bianca Maria, nel cuore di Milano.
La dinamica dell'incidente
Stando a quanto riportato negli atti, quel giorno, intorno alle 18:30, il taxi avrebbe improvvisamente compiuto uno spostamento di corsia finendo per urtare la coupé guidata da una dirigente milanese in viale Bianca Maria. L'impatto non ha causato feriti, ma ha lasciato la conducente visibilmente scossa. Un ciclista, che proprio in quel momento stava transitando, ha riferito di aver visto il taxi "accelerare" invece di fermarsi subito dopo l’urto.
La corsa del taxi si è interrotta pochi metri più avanti, nei pressi di piazza Cinque Giornate. A quel punto il conducente sarebbe sceso dal veicolo e, sempre secondo il racconto del testimone, avrebbe iniziato a gridare in modo confuso in direzione della coupé. Accortosi che il ciclista stava usando il telefono per chiedere aiuto, avrebbe deviato verso di lui tentando di "strappargli il cellulare dalle mani", senza riuscirci. Subito dopo il 62enne sarebbe risalito sul taxi per ripartire senza lasciare alcuna informazione. In seguito, l'identificazione dell'uomo è avvenuta grazie a una fotografia in cui compariva parte della targa del mezzo.
La denuncia e il procedimento giudiziario
Subito dopo i fatti, la dirigente ha presentato denuncia. In un primo momento la Procura aveva chiesto l’archiviazione, sostenendo che non fosse dimostrabile la volontarietà della manovra che aveva causato l'incidente. L’avvocato della donna, Nicola Brigida, si è però opposto alla richiesta, sottolineando l’importanza del racconto del testimone oculare.
Il giudice per le indagini preliminari, Fabrizio Filice, ha quindi accolto l’opposizione e ha disposto l’imputazione coatta del tassista. Nel provvedimento, il gip osserva che la dinamica descritta con coerenza sia dalla vittima sia dal ciclista lascia emergere una condotta intenzionale. Per il giudice, infatti, compiere volontariamente una manovra che interferisce con la guida di un altro utente della strada, costringendolo a modificare bruscamente la propria condotta, rientra nella fattispecie di violenza privata.