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Omicidio di Giulia Tramontano, ultime notizie

Processo Alessandro Impagnatiello, quando potrebbe arrivare la sentenza per l’omicidio di Giulia Tramontano

Entra nel vivo il processo contro Alessandro Impagnatiello, il 30enne di Senago (Milano) accusato dell’omicidio volontario della compagna incinta Giulia Tramontano avvenuto lo scorso 27 maggio nell’appartamento che i due condividevano. A definire i tempi del dibattimento sarà l’eventuale richiesta di perizia psichiatrica da parte della difesa.
A cura di Francesca Del Boca
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Entra nel vivo il processo contro Alessandro Impagnatiello, il 30enne di Senago (Milano) accusato dell'omicidio volontario della compagna incinta Giulia Tramontano, avvenuto lo scorso 27 maggio nell'appartamento che i due condividevano. Il barman ha ucciso la convivente al settimo mese di gravidanza con 37 coltellate, e dopo aver tentato di bruciarne i resti ha provato a inscenarne la scomparsa per allontanamento volontario, facendo sparire dai suoi effetti personali bancomat e passaporto.

Processo Impagnatiello, quando potrebbe arrivare la sentenza

E se la prossima udienza, prevista per l'11 aprile presso la Corte d'Assise di Milano, vedrà apparire in aula gli ultimi due teste dell'accusa, tra il 18 e il 23 aprile toccherà invece alla difesa testimoniare davanti al giudice: a parlare saranno lo stesso Alessandro Impagnatiello e due professionisti di parte, uno psicologo e uno psichiatra: si tratta dello psichiatra Raniero Rossetti (che tra le altre cose si è occupato dal caso di Omar Confalonieri, l'ex agente immobiliare condannato per aver drogato e violentato alcune donne) e della psicologa Silvana Branciforti. "Vedrete perché li abbiamo convocati", il commento delle avvocate di Impagnatiello Samanta Barbaglia e Giulia Gerardini.

L'ultima udienza, da calendario, è prevista invece per il 10 giugno. Sarà il giorno della sentenza di primo grado, che per il momento pare profilarsi come un'ineluttabile condanna all'ergastolo?

Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, avvocate che assistono Alessandro Impagnatiello
Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, avvocate che assistono Alessandro Impagnatiello

Le possibili mosse della difesa

Tutto dipende dalle future mosse del pool legale del barman, che per il momento ha sempre tenuto nascosta la propria strategia difensiva. La scelta di convocare i consulenti potrebbe essere infatti legata alla decisione di richiedere una perizia psichiatrica alla Corte, così da poter valutare la capacità di intendere e di volere del loro cliente al momento dei fatti. L'incapacità di intendere e di volere, parziale, o totale, se venisse riconosciuta potrebbe evitare la pena dell'ergastolo al barman 30enne accusato ora di omicidio volontario aggravato.

Richiesta che, naturalmente, dilaterebbe i tempi del dibattimento, facendolo slittare addirittura di mesi in caso dovesse davvero essere disposto l'esame clinico sulle condizioni mentali del 30enne, un uomo descritto da amici e colleghi come un bugiardo seriale, manipolatore nei confronti delle donne che lo amavano. E che già è stata preventivata dall'avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti, a fianco della famiglia Tramontano, con la nomina dei due psichiatri Salvatore De Feo e Diana Galletta per ribattere alla possibilità che la difesa di Alessandro Impagnatiello punti sul vizio di mente per ottenere un eventuale sconto di pena.

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L'aggravante della premeditazione

Tutto si gioca così sull'aggravante più pesante di tutte, un macigno sulla sorte di Alessandro Impagnatiello. Oltre a crudeltà, futili motivi e vincolo della convivenza, al 30enne è stata contestata infatti anche quella della premeditazione, avvalorata dalle tracce di topicida rinvenute durante l'autopsia sul corpo di Giulia Tramontano e da numerose ricerche sul web (Come avvelenare donna incinta, veleno per topi uomo, avvelenare feto): secondo quanto emerso dall'inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo (coordinata dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo), insomma, il giovane accusato dell'omicidio volontario della fidanzata avrebbe tentato di avvelenare per mesi e mesi la compagna e il feto che portava in grembo, intensificando le sue azioni nei due mesi precedenti al delitto.

Ancora tutto da accertare, insomma. L'unica cosa certa è che, se venisse accertato un vizio di mente, il 30enne potrebbe sfuggire alla ormai quasi inevitabile pena dell'ergastolo. La difesa sta preparando il terreno?

Giulia Tramontano
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