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Primarie PD 2023

Primarie Pd, Majorino: “La vittoria di Elly Schlein a Milano è un segnale per il centrosinistra”

A Milano Schlein batte Bonaccini: 43,6 per cento delle preferenze contro il 36,9 per cento. “Bene, ossigeno per il Pd”, il commento dell’ex candidato governatore per il centrosinistra Pierfrancesco Majorino. E a chi addita il Pd come “partito della Ztl”: “A Milano si lavora su tematiche sociali forti e concrete, ecco perché vinciamo”
A cura di Francesca Del Boca
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Pierfrancesco Majorino e Elly Schlein
Pierfrancesco Majorino e Elly Schlein
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In tutta Milano e provincia, in queste ultime primarie del Partito Democratico è un testa a testa tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein. La forbice si allarga solo all'interno della città di Milano: qui, per la segreteria dem, Schlein batte Bonaccini di oltre un centinaio di voti: 43,6 per cento delle preferenze, contro il 36,9 per cento.

Come si può interpretare questo risultato? "Un bel segnale, io credo alla sua candidatura", le parole di Pierfrancesco Majorino, ex candidato governatore espresso dal Pd e sconfitto (al 33,9 per cento) contro il presidente uscente Attilio Fontana (al 54,7 per cento).

Come valuta quindi il vantaggio di Elly Schlein su Stefano Bonaccini a Milano?

Assolutamente positivo, dal punto di vista delle capacità che porta con sé Elly Schlein. E per il fatto che si tratta di una ventata d'aria fresca, ossigeno che fa bene al Partito Democratico. Lo dico convinto del fatto che, qualsiasi sia l'esito delle primarie di domenica prossima, il gruppo dirigente del Pd debba comunque lavorare coeso e unito.

Esiste una correlazione a Milano tra il vantaggio di Elly Schlein alle primarie e la vittoria del Partito Democratico alle elezioni regionali?

Sinceramente, credo che il risultato (importantissimo) ottenuto a Milano sia frutto dell'unione di più fattori: è stata un'affermazione in risposta a quanto da anni si sta facendo in città, dalle proposte messe in campo, dai rapporti forti sul posto, dalla campagna elettorale appena trascorsa e dal fatto che eravamo una squadra credibile e riconosciuta in città.

In generale, è stata l'espressione di un giudizio positivo sull'esperienza del centrosinistra al governo a Milano. Non lo metterei in prospettiva con l'esito congressuale del Partito Democratico.

C'è chi dice che questo esito così soddisfacente a Milano città sia sintomo di un partito che è cambiato negli anni, ed è ormai diventato "il partito della Ztl".

Che non sia così lo dimostrano proprio i dati delle ultime elezioni regionali. Noi non abbiamo vinto nella zona del centro, della Ztl: lì ha vinto Fontana. Il Partito Democratico ha vinto nella fascia successiva (Washington, Tortona, Bande Nere, Navigli, Ticinese, Tibaldi, Porta Romana, Umbria-Molise, Corsica, XXII Marzo, Città Studi, Loreto, Sarpi, Farini, Isola, Bovisa, Qt8, Gallaratese, ndr) e in alcuni quartieri di periferia (ad esempio Barona e Stadera). I numeri parlano chiaro, insomma.

Cosa significa? Significa che, a livello di risultati, ha pagato una campagna elettorale sul campo, basata soprattutto su tematiche sociali forti e concrete. Altrimenti non avremmo vinto allo Stadera, a Calvairate, a Corvetto. È da qui che dobbiamo ripartire.

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