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Polemiche per la mostra su Mariupol a Milano, il console russo: “Spazio ai nazifascisti”

Il console ucraino a Milano ha subito replicato: “Questo dimostra quanto influente sia la macchina propagandistica russa”. E ora toccherà al sindaco Sala mettere fine alla complessa polemica.
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Da alcuni giorni in via Dante, nel pieno centro di Milano, è in corso una mostra fotografica dedicata alle vittime di Mariupol, una delle città ucraine più colpite dalla guerra. Un'iniziativa, patrocinata dal Comune di Milano, che però non è piaciuta al console generale di Russa, che ha scritto una lettera di proteste a Beppe Sala. A rispondergli, prima del prima del sindaco, è il console dell'ucraina. Il centro delle polemiche è in particolare la locandina dell'evento che raffigura Denys Prokopenko, comandante del Battaglione Azov.

Le proteste del console russo

"Ho appreso con rammarico la notizia che il Comune di Milano aveva deciso di patrocinare la mostra fotografica ‘Eyes of Mariupol – Uno sguardo negli occhi dei difensori di Mariupol'", scrive il console generale russo a Milano Dmitry Shtodin a Sala.  "Si parla molto di pace in Ucraina – continua il diplomatico -. Risulta che la città metropolitana di Milano, uno dei centri culturali, economici e politici più importanti in Europa, dà il palco per esibirsi alle forze più tenebri di matrice nazifascista. Così si scoraggia la soluzione molto ambita".

La lettera, pubblicata sui social e poi ripresa anche dall'ambasciata di Mosca a Roma, continua: "Vorrei esprimerLe il mio più profondo sdegno per la decisione del Comune di dare lo spazio all'unità militare ucraina ‘Azov', nota per le sue stragi commesse non solo a Mariupol, ma in tutta la Regione del Donbass. Sottolineo che per la popolazione locale che ha provato sulla propria pelle i crimini di guerra, i militanti del battaglione non sono degli eroi, sono invece gli assassini feroci".

La replica del console ucraino

A rispondere alla lettera di Shtodin è, prima ancora del sindaco Sala, il console ucraino a Milano: "Le recenti polemiche legate alla mostra "Eyes of Mariupol" dimostrano ancora una volta quanto influente sia la macchina propagandistica russa. La velocità con cui si sono propagati certi messaggi invece mette in luce il peso all'interno della società italiana di opinioni e tendenze che differiscono dall'attuale posizione ufficiale dello Stato italiano".

"La simpatia che molti italiani nutrono nei confronti della Russia e, di conseguenza, la particolare ricettività agli input propagandistici russi non sorprende, anzi, è il risultato di un lungo percorso storico", conclude Andrii Kartysh. E ora toccherà a Sala il difficile compito di mettere a tacere questa complessa polemica. Intanto anche Rifondazione comunista e altri movimenti di sinistra hanno protestato per questa mostra, organizzata dall'associazione dei Giovani Ucraini in Italia, proprio per come mostra il battaglione Azov.

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