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Guerra in Ucraina

Che cos’è il battaglione Azov che combatte a Mariupol

Il battaglione Azov è un’unità militare ucraina fondata da Andriy Biletsky, stanziata soprattutto a Mariupol. Nato nel 2014, è composto da volontari di estrema destra accomunati da ideologie nazionaliste e vicini a posizioni neonaziste e suprematiste. Sono accusati da Putin di diversi crimini di guerra.
A cura di Davide Falcioni
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Il Distaccamento autonomo operazioni speciali "Azov", meglio noto con la designazione iniziale di Battaglione "Azov" e dal 2014 come Reggimento "Azov", è un'unità militare fondata da Andriy Biletsky e successivamente inquadrata nella Guardia Nazionale Ucraina. Nasce dall'unione di due compagini paramilitari provenienti dall'estrema destra ucraina, i suoi membri sono vicini agli ideali nazifascisti e suprematisti. La presenza del battaglione Azov tra le forze regolari ucraine è stato uno dei pretesti utilizzati da Putin per giustificare l'invasione del Paese. Ad oggi il reggimento Azov conterebbe circa duemila arruolati, e già pochi giorni dopo l'inizio del conflitto avrebbe fatto approvigionamento di armi da parte di alcuni Paesi della NATO, cioè l'Italia. È stato additato da Mosca come il responsabile di diversi crimini di guerra.

La storia del battaglione Azov

Il reggimento Azov nasce nel maggio del 2014 dalla fusione di due compagini paramilitari provenienti dalla galassia dell’estrema destra ucraina. Fondato da Andriy Biletsky, un militante neonazista, il battaglione viene impiegato nella riconquista di Mariupol, che diventerà successivamente il suo quartier generale. Il contesto in cui nasce il battaglione Azov è quello delle proteste dell'Euromaidan scoppiate in Ucraina alla fine del 2013 contro il presidente Yanukovic. Il nome delle proteste prende la sua origine nel fatto che esse erano concentrate in Piazza Indipendenza a Kiev: l'obiettivo era l'avvicinamento dell'Ucraina all'Europa e all'Occidente e il conseguente allontanamento dalla sfera di influenza russa. Le proteste di Piazza Indipendenza furono portate avanti anche dai settori di estrema destra. Nel febbraio del 2014 Yanukovych viene esautorato dal Parlamento: inizia un periodo di forti proteste tra filorussi e filo occidentali, e il Parlamento approva un'amnistia per i prigionieri politici. Tra questi c'era anche Andriy Biletsky, che nel maggio del 2014, secondo quanto riporta Wikipedia, fonda il battaglione Azov.

Chi sono i componenti del battaglione Azov

Il battaglione Azov conterebbe oggi circa 2mila militari arruolati, anche se come ricorda Domani "aggiungendo le altre organizzazioni legate al gruppo, il partito Corpo nazionale e le organizzazioni paramilitari non affiliate all’esercito, si arriva probabilmente a circa 10mila persone". Una forza di tutto rispetto, quindi, esplicitamente ispirata a ideali neonazisti e xenofobi e protagonista – prima della guerra – di aggressioni a migranti, omosessuali e antifascisti.

I presunti crimini di guerra commessi dal battaglione Azov

È Micromega a ricordare che Azov venne schierato in funzione antirussa e che alcuni dei suoi membri sono accusati di crimini di guerra: secondo rapporti dell’OSCE e dell’Alto Commissariato per i diritti umani dell’ONU avrebbero massacrato, stuprato e assassinato civili nelle regioni del Donbass a partire dalla crisi del 2014 e negli anni seguenti, beneficiando della più totale impunità da parte di Governo e forze armate ucraine.

Non solo: il battaglione avrebbe ottenuto la "benedizione" del Ministro degli Interni ucraino dopo le rivolte di Maidan di otto anni fa dal momento che  il governo riconobbe che il proprio esercito era troppo debole per fronteggiare i separatisti filo-russi. Al Jazeera e Open Democracy riferiscono che a finanziare Azov sono stati a lungo due oligarchi: Igor Kolomoisky, magnate dell'energia, miliardario e allora governatore della regione di Dnipropetrovska; e Serhiy Taruta, ricchissimo governatore della regione di Donetsk. Non solo due oligarchi, dunque, ma anche due uomini delle istituzioni ucraine.

Secondo un rapporto del 2016 dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite  (OCHA) il reggimento Azov avrebbe ripetutamente violato il diritto umanitario internazionale.

Il dossier prendeva in esame un periodo tra novembre 2015 a febbraio 2016 in cui Azov aveva saccheggiato edifici civili, commesso violenze sessuali e torture nei confronti dei detenuti della regione del Donbass.

Una parata militare del battaglione Azov, marzo 2020
Una parata militare del battaglione Azov, marzo 2020

I rapporti del battaglione Azov con USA e Occidente

Inquadrato nella Guardia Nazionale Ucraina, gendarmeria facente capo al Ministero degli Interni, il battaglione Azov è stato inizialmente osteggiato da Stati Uniti e Canada. Come ricorda il Jerusalem Post, infatti, nel 2015 l'amministrazione Obama annunciò che le proprie forze armate non avrebbero mai sostenuto la milizia per i suoi legami con il neonazismo.

L'anno seguente, tuttavia, gli USA revocarono il provvedimento su pressione del Pentagono: gli estremisti di destra ucraini ricevettero quindi sostegno temporaneo anche dagli USA almeno fino al 2018, anno in cui – secondo il Time –  il Congresso degli Stati Uniti ha esplicitamente vietato qualsiasi sostegno ad Azov e ad altri gruppi legati all'estrema destra. Da quel momento in poi i neonazisti ucraini non si sarebbero più addestrarsi a fianco delle truppe dell'alleanza NATO, almeno fino all'invasione russa di due settimane fa.

Quali rapporti ci sono oggi tra il governo Ucraino e il Reggimento Azov?

Ma quali sono i rapporti del battaglione Azov con il governo ucraino? Il reggimento è regolarmente inquadrato nella Guardia Nazionale, ma l'attuale presidente Zelensky – a differenza del suo predecessore Petro Poroshenko – non ne ha mai celebrato pubblicamente le gesta. L'ex attore, di origine ebraica, sarebbe esplicitamente osteggiato dall’estrema destra ucraina, che ha più volte minacciato un golpe in caso di cedimento alle richieste di Mosca. L'invasione russa, tuttavia, ha certamente ricompattato le forze armate ucraine ed oggi il presidente non è – oggettivamente  – nella condizione di prendere le distanze da un battaglione che fa direttamente capo al Ministero degli Interni e che può contare su migliaia di uomini. Anche Azov da alcuni giorni starebbe beneficiando dell'addestramento e delle forniture di armi da parte di Paesi aderenti alla Nato, Italia compresa.

Il significato del simbolo del battaglione Azov

Insomma, affermare che i membri del battaglione Azov si battono per i valori di libertà e democrazia in Ucraina è quantomeno un azzardo. Un'altra prova? Sebbene in via ufficiale l'unità abbia negato di aderire all'ideologia nazista, si ricorre senza pudore a simboli del "Terzo Reich": sulle uniformi dei militari del battaglione, ad esempio, viene sfoggiato la Wolfsangel, simbolo della Germania Nazista prima della svastica adottato da svariate unità militari, comprese SS.

Acerbo (PRC): "I neonazisti non vengano presentati come resistenza partigiana"

Sulla vicenda è intervenuto, unico in Italia, Maurizio Acerbo, leader di Rifondazione Comunista, partito tra i promotori delle iniziative pacifiste delle ultime settimane e contrario all'invio di armi agli ucraini. Secondo il Prc la Nato presenta un battaglione "di neonazisti come resistenza partigiana. Queste formazioni di estrema destra sono state finanziate e armate prima per Maidan nel 2014 e poi per condizionare la politica ucraina tenendo alta la tensione con i russi. Sono state protagoniste della guerra nel Donbass contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk. Per trasformare l'Ucraina in un nuovo Afghanistan per la Russia – obiettivo esplicitamente dichiarato da Hillary Clinton – c'è bisogno di combattenti come questi. Ribadiamo il nostro no alla guerra. Siamo contro Putin e contro la Nato che è corresponsabile del conflitto".

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