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“Perché il mio compagno non risponde al telefono?”, ecco cosa preoccupa Alessia Pifferi in carcere

Il compagno di Alessia Pifferi, in carcere con l’accusa di aver ucciso la figlia, ha da giorni spento il cellulare. L’avvocato difensore ha spiegato a Fanpage.it che la donna è molto preoccupata per questo e si sente abbandonata.
A cura di Giorgia Venturini
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In carcere vive in una bolla. Anche i suoi avvocati fanno fatica a comunicare con lei. È passata una settimana da quando Alessia Pifferi è stata arrestata con l'accusa di aver abbandonato la figlia di 18 mesi a casa per sei giorni provocandone la morte per stenti. Dopo che era tornata nel suo appartamento a Milano una volta terminati i giorni passati con il suo compagno la donna aveva trovato la piccola senza vita: aveva provato a chiedere aiuto ai vicini e a chiamare il 118 ma nulla è servito a salvarle la vita.

Alessia Pifferi non voleva rinunciare ai giorni con il suo compagno

Alessia Pifferi non aveva voluto rinunciare a qualche giorno da sola in compagnia del suo compagno e non aveva voluto chiedere aiuto a mamma e sorella. Così sei giorni prima di trovarla morta ha chiuso la porta di casa, lasciando la piccola Diana nel letto con un po' di latte nel biberon. Il decesso di stenti è avvenuto pochi giorni dopo, come ha precisato l'autopsia eseguita ieri martedì 26 luglio sul corpo della piccola. La madre voleva stare con il compagno da cui aveva una relazione di dipendenza. E dal carcere è anche di lui che chiede durante il suo colloquio questa mattina con l'avvocata difensore Solange Marchignoli.

Il compagno da giorni ha spento il cellulare

Da giorno dell'arresto il compagno ha spento il cellulare, non risponde neanche all'avvocata. Un silenzio che turba non poco Alessia Pifferi: "Si sente lasciata sola da lui ed è preoccupata perché non risponde al telefono. Le ho dovuto spiegare che è normalissimo che lui non abbia voglia di parlare con lei. Fuori la sua famiglia è sotto la lente d’ingrandimento dell'opinione pubblica", ha raccontato a Fanpage.it l'avvocata. Che poi ha aggiunto: "È necessario lasciare il diritto alle persone che le stanno attorno il tempo di elaborare quanto accaduto e prendere una posizione, qualunque essa sia. Non è una cosa facile".

Alessia Pifferi ha chiesto di andare al funerale della figlia

In questi giorni nessuno, né la madre né la sorella, hanno chiesto di poter parlate con lei: in carcere è abbandonata "anche da sé stessa". Non capisce infatti ancora quanto è accaduto, vive in stato di shock. "Se si è pentita? La frase di pentimento potrebbe arrivare da una persona che ha compreso quello ha fatto. Non è il suo caso. Ha capito solo in parte quello che è successo ed è distrutta dal dolore. Questa mattina era preoccupata per la bambina e per il funerale", conclude l'avvocato a Fanpage.it.

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