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Perché il corpo di Chiara Lindl, la 20enne caduta nel lago d’Iseo, potrebbe non essere mai trovato

Proseguono a vuoto le ricerche del corpo della ragazza che lo scorso 1 settembre è caduta nelle acque del lago d’Iseo: a farle perdere l’equilibrio, secondo quanto emerso, la manovra azzardata di un’amica al timone. La comitiva di turisti avrebbe lanciato l’allarme soltanto mezzora dopo.
A cura di Francesca Del Boca
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Le ricerche di Chiara Lindl
Le ricerche di Chiara Lindl

Girano ancora a vuoto le barche dei sommozzatori che ormai da una settimana vanno alla ricerca di Chiara Lindl, la turista di 20 anni che lo scorso 1 settembre è caduta tra nelle acque del lago d'Iseo. La giovane, di nazionalità tedesca, si trovava a bordo di un imbarcazione con un gruppo di coetanei: a farle perdere l'equilibrio, secondo le indagini, sarebbe stata la manovra azzardata di un'amica, che avrebbe improvvisamente preso il controllo del timone.

La 23enne, che al momento dei fatti aveva un tasso alcolemico ben superiore al livello consentito (e ora ha fatto ritorno in Germania), è stata denunciata per lesioni colpose. Per il momento: se la 20enne dovesse essere ritrovata morta, infatti, il quadro per l'amica potrebbe aggravarsi ancora di più. Un'ipotesi, ora come ora, più che concreta.

Ricerche ancora senza esito per Chiara Lindl

Mentre passano i giorni, infatti, diminuiscono sempre più le speranze di ritrovare Chiara. Sì, perché le acque del lago, nell'area di ricerca compresa tra Lovere e Pisogne, possono sfiorare anche i 200 metri di profondità. Abissi in cui è impossibile immergersi, e dove la pressione sui corpi umani può essere devastante. 

Per questo motivo i soccorritori stanno impiegando attrezzature tecnologiche di ogni genere, tra sonar e robot per la ricerca subacquea. Non si fermano, in parallelo, le ricerche in superficie condotte, oltre che dai vigili del fuoco, anche dalla motovedetta dei Carabinieri, dagli agenti del territorio, dalla Guardia di Finanza e dalla Protezione civile.

L'allarme lanciato soltanto mezzora dopo

Al vaglio, nel frattempo, anche la posizione degli altri membri a bordo della barca. La comitiva di turisti, secondo quanto emerso finora, avrebbe lanciato l’allarme soltanto mezzora dopo la caduta di Chiara, al ritorno nel camping, fornendo informazioni confuse per il troppo alcol. Un ritardo forse imperdonabile, che potrebbe aver messo per sempre la parola fine all'incidente.

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