Omicidio Chamila Wijesuriya, la Procura: “Emanuele De Maria avrebbe pianificato di uccidere lei e il collega”

Il piano di Emanuele De Maria, il detenuto del carcere di Bollate che si è tolto la vita ieri lanciandosi dal Duomo di Milano, era di uccidere prima Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell'hotel Berna di Milano, e poi il collega Hani Nasr che, però, è sopravvissuto e ora è ricoverato all'ospedale Niguarda. È questa l'ipotesi avanzata dal pm di Milano Francesco De Tommasi nell'inchiesta che è stata aperta per indagare sulla morte della donna, accoltellata alla gola e ai polsi. Il pubblico ministero ha disposto le autopsie per accertare se l'uomo, autore di un omicidio e di un tentato omicidio premeditati, avesse assunto sostanze stupefacenti.
Dall'accoltellamento all'Hotel Berna al suicidio dal Duomo
De Maria, recluso nel carcere di Bollate per omicidio volontario, era stato autorizzato a uscire dal penitenziario grazie a un permesso di lavoro diurno – al momento, al vaglio del ministero della Giustizia – da svolgere all'interno dell'albergo a quattro stelle di via Napo Torriani. Qui, all'ingresso della struttura, all'alba di sabato 10 maggio ha accoltellato più volte il collega Hani Fouad Abdelghaffar Nasr, dipendente al reparto caffetteria dell'albergo e ora ricoverato al Niguarda, prima di darsi alla fuga. Poche ore dopo l'aggressione è stata segnalata la scomparsa di Chamila Wijesuriya, un'altra dipendente dell'Hotel Berna.
Stando alle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza della zona, l'ultima volta che la donna è stata vista prima di sparire è stato il giorno precedente all'accoltellamento, alle 15:13 di venerdì 9 maggio, in via Massimo Gorki a Cinisello Balsamo, in compagnia proprio di Emanuele De Maria. Poi, una chiamata con il marito: "Era il suo giorno libero. Quando l'ho chiamata alle 15:20 di venerdì era con lui. Mi ha detto: ‘Sto uscendo dalla palestra‘, ma ho capito che non era vero", ha raccontato il marito a Fanpage.it. Poi, più nulla fino al ritrovamento del corpo senza vita, abbandonato tra le sterpaglie del parco Nord con diversi tagli alle mani e ai polsi. Infine, l'accoltellamento e la fuga di De Maria che, però, è durata soltanto qualche ora perché intorno alle 14:00 dello stesso giorno il 35enne si è gettato del Duomo di Milano togliendosi la vita. In tasca aveva la foto della vittima strappata dalla carta d’identità e una bustina con una ciocca di capelli.
L'ipotesi avanzata dagli inquirenti è che le due vicende – l'accoltellamento davanti all'hotel e la morte della donna – siano collegate. L'ipotesi è che il collega sia stato accoltellato perché si sarebbe opposto a una presunta relazione tra i due, consigliando alla donna di non frequentare De Maria sulla base del suo passato violento (già condannato per omicidio volontario nel 2017). Per questa intromissione De Maria avrebbe quindi aspettato l'uomo fuori dal Berna Hotel la mattina di sabato 10 maggio per accoltellarlo ripetutamente.